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Numerose in tutta la provincia le manifestazioni per ricordare le foibe; un orrore taciuto per troppo tempo cha ha visto migliaia di italiani morire in quei crepacci carsici in quelle terre a est che ci erano appartenute. Non soltanto migliaia di morti ma anche centinaia di migliaia di esuli che sono rimasti e si sono sentiti profughi per sempre. Hanno dovuto decidere se mantenere la loro nazionalità italiana e uscire lasciando tutto in terra d’Istria; Dalmazia o divenire slavi e piegarsi ai titini e a quel generale Tito che portò il comunismo nella terra con noi confinante. Messi nei campi profughi non si sentirono accolti dai fratelli italiani e al tempo stesso rifiutati da quelli che il giorno prima erano fratelli in terra slava. Il silenzio della storia è stato assordante per troppo tempo; l’Italia d’allora usciva dalla guerra e dal fascismo; era l’Italia partigiana e gli italiani delle terre di conquista erano l’espressione di quel regime; quindi silenzio sulle morti; silenzio sulle torture; silenzio sull’esodo. E’ il destino dell’essere profugo; non avere più radici e tornare in patria credendo in essa e aspettandosi che ti accolga come una madre amorevole che abbraccia i suoi figli. La patria; invece; che ti disconosce per ideologie politiche e non guarda il singolo uomo. Così è stato anche per quegli italiani delle colonie; anch’essi profughi e marcati a fuoco da un periodo storico. Tutti innocenti e patrioti perchè in quei momenti la patria lo chiedeva; cambia la patria ma non gli uomini e il loro senso dello stato.

Fausta Dal Monte

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