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Sottovoce

 

Cara Milly,
ho letto il tuo articolo sulla nascita della nuova rubrica, dedicata a tutti quelli che hanno voglia di sfogarsi, di parlare con te per sollevare problemi che questa crisi economica ha portato nelle case di tutti noi, nessuno più di me in questo momento ne ha bisogno.
Sono una giovane mamma casalinga, a differenza di molte mie coetanee che riescono a conciliare lavoro e famiglia, io non ho nessuno che mi aiuti nella gestione dei miei due bambini, avere una baby-sitter è per me proibitivo. Per questo motivo ho rinunciato al mio lavoro part-time, sei anni fa ormai.
Il più piccolo dei miei due figli, il prossimo anno andrà all’asilo e io spero di riuscire a trovare un lavoro, con il quale poter contribuire al bugdet familiare, lavora solo mio marito, e tutti i mesi è dura.
Il problema è che molte aziende cercano max 29enni, io ho superato i 29 da un paio di anni…
Perchè non dare chance a mamme con figli ormai svezzati? Leggo il vostro giornale quotidianamente, alla ricerca di annunci di lavoro, ad alcuni ho risposto e al colloquio la fatidica domanda dopo aver letto il mio curriculum…Cosa ha fatto negli ultimi sei anni?
Ho cresciuto i miei figli, forse non equivale a esperienza lavorativa, ma per me equivale a un master in Buisness Management and Economy!!!!
Ti scrivo questa mail perchè tante mamme come me hanno voglia di iniziare a lavorare dopo la maternità, ma è molto difficile riuscirci!!!!
Con affetto Sara!!!!

MILLY-IN-ROSSOCara Sara,
ti rispondo con piacere direttamente dal ns giornale in quanto la tua condizione è simile a quella di tantissime donne.
Abbiamo un ruolo fondamentale nella società, peccato che è proprio questa che si dimentica di noi.
A noi il meraviglioso dono della procreazione, la grande responsabilità della crescita dei figli, la gestione pratica ed economica dell’azienda chiamata famiglia. Tutto ciò però non basta!
Con un solo stipendio è quasi impossibile andare avanti decorosamente quindi diventa necessario per non dire indispensabile il nostro contributo economico.
Oltre ad una necessità economica la realizzazione anche al di fuori delle mura domestiche è un nostro diritto.
Uscire dal mondo del lavoro, come hai fatto tu, cara Sara, per poterti dedicare totalmente alla crescita dei tuoi figli, vista la mancanza di aiuti, ti fa onore, ma ti ha messo in una condizione di forte svantaggio per il contesto poco felice e le regole SBAGLIATE della nostra società.
Non c’è aiuto per noi donne che nel momento in cui facciamo una domanda di lavoro, siamo penalizzate non soltanto per la carenza dello stesso, perché abbiamo superato l’età che permette alle aziende di ottenere delle agevolazioni, ma anche perché siamo DONNE.
Lavoriamo con tenacia, intelligenza e organizzazione, ma le aziende tendono a favorire il sesso maschile perché una possibile gravidanza può creare disagio e nonostante lo stato sostenga economicamente il periodo di assenza hanno paura ad assumerci.
Fatta l’analisi della situazione cosa ti posso consigliare cara Sara?
Principalmente di non mollare. Continua a fare domande e prendi come spunto le tue passioni.
Molte volte quello che è un hobby, un passatempo, può diventare un lavoro.
Il punto di forza potrebbe essere unirsi con altre donne che vivono la tua stessa situazione e insieme studiare un piccolo progetto da lanciare. Potrebbe essere una soluzione anche per i bambini! Vi potreste dare una mano per sopperire alla mancanza di una baby-sitter e poter avere un po’ di tempo libero per concentrarvi sul vostro obiettivo. Bisognerebbe capire con obiettività cosa il mercato richiede, facendo all’occorrenza anche corsi di specializzazione per presentarsi preparati e sicuri agli eventuali colloqui di lavoro o per intraprendere con maggiore professionalità l’eventuale progetto.
Lo so cara Sara, sono parole, ma è attraverso le parole che trasmettiamo la voglia di combattere e di farcela. Tramite questa lettera aperta vorrei lanciare un appello a tutte le donne che si trovano nella situazione di Sara, mettetevi in contatto con lei tramite questa rubrica e insieme potremmo capire se c’è qualche progetto da realizzare.
L’importante è lasciare sempre aperta la porta della speranza, non chiudersi in se stessi e tenderci la mano.
Ricordiamoci di gridare sempre tutte insieme, ma “ SOTTOVOCE”.

Milly

 

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oppure inviate una mail a: [email protected]

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