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La crisi economica e finanziaria che sta attanagliando l’Europa è iniziata con i primi anni ’90. Nikolai Kondratieff, un economista russo scomparso negli anni trenta, aveva osservato che il capitalismo procedeva secondo onde di crescita e recessione in periodi molto lunghi e quella che stiamo vivendo è la fase mediana dell’ultima “onda K” che presumibilmente non terminerà prima della fine di questo decennio. Alcuni economisti sostengono che questa che stiamo vivendo sia l’ultima onda del capitalismo. Poi, o si cambia paradigma o il mondo intero è destinato a vivere una lunga fase di declino che andrà ben oltre il 2020. Il problema delle crisi economiche è dato dal fatto che la moneta viene creata sul debito e la crescita dell’economia dipende dalla possibilità di contrarre ulteriori debiti. Non parlo solo del debito pubblico, ma del cosiddetto “debito aggregato”, ovvero il debito di Stato, enti locali, famiglie e imprese che in Italia assomma a 3,13 volte il PIL. Sembra spaventoso, ma in Francia si arriva a 3,41 volte il PIL, in Germania a 2,84, in Inghilterra a 4,97 (!) e in Giappone a 4,92 e negli USA, a 2,89. Questo debito produce ingiustizia sociale, poiché più i produttori si indebitano, più i detentori di finanza si arricchiscono, alimentando la rendita a discapito del lavoro, e generando una continua instabilità, poiché l’economia mondiale è dominata dagli umori e dalle paure di coloro che detengono il denaro. D’altra parte l’economia ha sempre più necessità di liquidità, poiché la produzione di beni immateriali che nel mondo occidentale costituisce almeno l’80% del PIL, non incontra i limiti propri della produzione materiale, ma la sua distribuzione richiede una crescita continua della liquidità disponibile. Come se ne esce? Solo con un salto di paradigma, uscendo dalla logica del debito e della scarsità della moneta, e considerando la cultura e l’intelligenza come le vere fonti della ricchezza. Solo in questo modo si può invertire la fosca previsione di Kondratieff ed iniziare un’era di abbondanza diffusa e di crescita sostenibile.

 

Domenico De Simone, avvocato ed economista. Tra le sue opere: “Il debito non si paga”, “Crac”, “Dialoghi”, “Parmacrack”, “Un’altra moneta”, “Dove va l’Economia?”, “Dove andrà a finire l’economia dei ricchi?”, “Per un’economia dal volto umano”, “Un milione al mese a tutti: subito!”. Organizzatore di corsi di controeconomia. Tiene conferenze in tutta Italia.

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