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“Se lei fa un incidente in macchina l’economia ci guadagna. I medici lavorano. I fornitori di medicinali incassano e così il suo meccanico. Se lei invece entra nel cortile del vicino e gli dà una mano a tagliare la siepe compie un gesto antipatriottico perché il Pil non cresce. Questo è il tipo di economia che abbiamo rilanciato all’infinito. Se un bene passa da una mano all’altra senza scambio di denaro è uno scandalo”
(Zygmunt Bauman; sociologo polacco)

La società capitalistica si basa sul flusso continuo di produzione e consumo di beni; indipendentemente dalla reale necessità di fruizione noi lavoriamo con lo scopo di accumulare risorse necessarie per mantenere costante questo ciclo.
Il benessere portato dal capitalismo è degenerato in sovrabbondanza; si moltiplicano gli sprechi in ogni settore; dall’ agricoltura all’ edilizia; causando danni economici e ambientali che si potrebbero facilmente evitare con uno stile di vita più etico.
Ogni giorno vengono gettate dai supermercati prodotti ancora utilizzabili colpevoli di non rispecchiare determinati criteri di marketing: confezioni ammaccate ed aspetto estetico non conforme condannano al bidone circa 6 milioni di tonnellate di generi alimentari; potrebbero sfamare 3 milioni di persone.
Questo spreco assurdo causa l’ incremento di altri due fattori critici del nostro tempo: l’ aumento della quantità di rifiuti da smaltire e l’ emissione di gas di scarico provenienti dai mezzi pesanti che vanno a danneggiare un già di per sé precario ecosistema urbano.
Il motto del movimento freegan è “ridurre gli sprechi” così facendo; molti di loro possono permettersi di lavorare meno; concentrando le proprie energie sulla comunità o su attività socialmente utili; tramutando i beni materiali che riciclano in un miglioramento della qualità della vita.
“Ridurre gli sprechi” significa recuperare tutto ciò che la società decide di non utilizzare più: oggetti; immobili; cibo: soprattutto il cibo.
La principale attività freegan consiste nel rovistare nei bidoni alla ricerca di prodotti scartati ma in realtà ancora utilizzabili: non dovete pensare a bucce di banana o panini morsicati ma a confezioni integre con la data di scadenza troppo vicina per essere commercializzate.
In Italia il professor Segrè dell’ Università di Bologna ha lanciato nel 1998 il progetto “Last Minute Market” ponendosi come obbiettivo il recupero degli scarti industriali ed il loro riutilizzo all’ interno del circuito della solidarietà; la legge italiana rafforza l’ impegno in questo progetto con la legge n° 155 del 23 giugno 2003; indirizzando gli avanzi di mense e supermercati verso le associazioni di redistribuzione.
Un’altra attività del movimento; nato a New York negli anni ‘90; è l’ ottimizzazione degli spazi riassumibile nell’ occupazione di edifici vuoti e nella ristrutturazione di stabili in declino; creando unità abitative per i bisognosi: i freegan considerano la casa un diritto; non un privilegio.
Lo stile di vità freegan non ha l’obbiettivo di rendere i singoli seguaci più ricchi o più liberi; ma cerca di cambiare radicalmente l’ingorda società che sostituisce i diritti umani con i valori dettati dal mercato: competizione; avidità e materialismo rendono le persone apatiche e distanti tra loro innescando un pericoloso vortice di dipendenza dal denaro: un Olocausto antropologico che regredisce l’ uomo a bestia produttrice e consumatrice; cinici subumani che hanno sostituito i valori tradizionali con gli sconti al megastore.

“ La Felicità Interna Lorda è più importante del Prodotto Interno Lordo”

(slogan di Jingme Singye Wangchuck; Re del Bhutan)

Capra Nicholas; Redazione diAlessandria

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