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Il Presidente del Consiglio Letta rassegnerà oggi le dimissioni, inizierà il valzer delle consultazioni al Quirinale per, con tutte le probabilità, dare incarico, al novello Matteo Renzi, sindaco di Firenze e segretario del Pd di formare il nuovo governo. La motivazione: la rottura all’interno del Pd. Con questo saranno già ben tre governi senza l’elezione del popolo. Dopo Monti e il suo disastro economico, Letta con le grandi intese, ora Renzi con l’accordo con Berlusconi e la “neovecchia” Forza Italia. In pratica governano i partiti e i segretari degli stessi senza espressione elettorale. Bisogna fare le riforme, bene, tutti lo hanno detto ma nessuno ci è riuscito. Lo scenario non cambia: Letta aveva tessuto la rete delle grandi intese con Berlusconi, poi alle richieste del cavaliere (decadenza) ha detto no e Berlusconi ha tolto il sostegno alla maggioranza; ora Renzi è d’accordo con Berlusconi sulle riforme salvo poi vedere cosa gli chiederà in cambio, se potrà accettare senza perdere la faccia e se no saremo di nuovo senza maggioranza. Insomma tutti si presentano come salvatori della patria ma poi i numeri non bastano. L’unica certezza matematica è che la maggioranza unica come partito ce l’ha il M5S che però sta all’opposizione. Auguriamo a Renzi di salvarla questa patria ma il sospetto che abbiano voluto “bruciarlo” anticipando i tempi è legittimo.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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