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Riceviamo e pubblichiamo dall’associazione “Medicina democratica”:

I sindaci potrebbero migliorare lo stato di salute dei propri cittadini. Invece non lo conoscono e quindi non agiscono. Eppure con il “referto epidemiologico” potrebbero, e noi con loro, avere coscienza in tempo reale delle criticità sia per gruppi di residenti che di lavoratori. Questa esigenza è particolarmente avvertita nella Fraschetta: dove si fa unanime la proposta di urgente Indagine epidemiologica per tutto il territorio interessato da numerose fonti di rischio tra loro interdipendenti, tra cui aziende ad alto tasso di inquinamento. In questa direzione perciò abbiamo con raccomandata inviato richiesta, ai sensi di legge (risposta entro 30 giorni), di “referto epidemiologico” ai sindaci –quali primi responsabili della sanità comunale- di Alessandria, Tortona, Novi Ligure, Bosco Marengo, Pozzolo Formigaro, Predosa, Frugarolo, Cassano Spinola, Serravalle Scrivia.

Cos’è il “referto epidemiologico” rivendicato? E’ il check-up, la diagnosi, sullo stato di salute della popolazione comunale basato sui dati elettronici già presenti (ricoveri, mortalità, farmaci assunti ecc.), anche confrontabili con gli analoghi valori dei comuni vicini, provincia, regione. L’obbiettivo finale è l’individuazione del rischio e del danno, delle bonifiche e della prevenzione di gravissime malattie. L’epidemiologo potrà “diagnosticare” raffrontando il referto epidemiologico con il complesso dei dati demografici e socio-sanitari correnti già presenti. Insomma il referto epidemiologico si basa sul “conteggio” di tutti i deceduti e dei nuovi malati (es. malformazioni neonatali, complesso dei deceduti, complesso dei tumori ecc.) diagnosticati in una specifica comunità come può essere un gruppo di lavoratori o i residenti in particolari aree in un ben definito periodo di tempo. Saranno considerati tutti i casi sulla base dell’età, del genere, dell’area geografica, del periodo e di altre caratteristiche. I valori osservati dovranno poi essere raffrontati con il valore atteso proveniente da una popolazione standard. Se la differenza tra questi due valori risulterà superiore a 1 (ci sarà quindi un eccesso di casi osservati) saremo in presenza di un fenomeno più frequente del previsto. A questo punto, con altri specialisti, dovranno essere indagate casualità e causalità dell’evento. L’utilizzo di questi dati, se adeguatamente aggiornati, potrà permettere di identificare criticità, di origine ambientale, lavorativa o sociosanitaria ed intervenire su di esse. Ciò aiuterà ad individuare tempestivamente le soluzioni, migliorando la qualità di vita dei cittadini e dei lavoratori, salvando molte vite, mantenendo sano il tessuto sociale e risparmiando risorse economiche utilizzabili altrove, magari proprio per attivare una efficace prevenzione primaria, rimuovere le cause di queste malattie ed evitare analoghe epidemie.

Ribadiamo a ciascun  sindaco della Fraschetta: la realizzazione di un referto epidemiologico non è così complessa né costosa. Infatti i dati correnti esistono già, e sono presenti negli assessorati alla salute, nelle Asl, negli ambulatori medici e negli ospedali. Sono già informatizzati, codificati e riferiti ad ogni individuo che abbia avuto contatti con strutture sociosanitarie pubbliche o private. Oggi servono solo per scopi amministrativi, economici e statistici. Noi invece rivendichiamo che siano utilizzati in modo sistematico, continuo e applicato all’epidemiologia come prevenzione. Facciamo dunque appello a tutti i sindaci della Fraschetta, sottolineando il ruolo di raccordo di Rita Rossa nella sua duplice veste di sindaco del Comune capoluogo e di presidente della Provincia.

lettera sindaci

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