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Si iniziano a fare i conti e a stilare i primi bilanci di un’estate pazza che, anche se praticamente non c’è stata, ha lasciato segni evidenti del suo passaggio.
Anomalie climatiche che sono costate, a livello nazionale, oltre il miliardo di euro per colpa del maltempo che ha sconvolto soprattutto le attività turistiche e quelle agricole ma ha anche cambiato le abitudini stagionali degli italiani.
Il maltempo ha tagliato le partenze per le vacanze e ridotto durata e budget di spesa lasciando più vuoti, nelle principali località turistiche, alberghi, ristoranti, ombrelloni e centri di divertimento ma i temporali, la pioggia, le bombe d’acqua  e la grandine hanno anche distrutto a macchia di leopardo le campagne e sconvolto i cicli naturali di piante e animali.
Il 60 per cento degli italiani non ha trascorso neanche un giorno di vacanza fuori casa mentre per quelli che sono partiti si è verificata una riduzione del 25 per cento del budget familiare delle vacanze estive rispetto al 2008 con una spesa media per persona  pari  665 euro secondo Coldiretti/Ixe’.
“Il maltempo non ha risparmiato la provincia di Alessandria. In agricoltura i danni alle coltivazioni – sottolineano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni – hanno rovinato in molte aziende il raccolto di un intero anno di lavoro mentre i costi sono aumentati per difendere le produzioni dai parassiti favoriti dal clima anomalo. A farne le spese dal pomodoro ai cocomero, dai meloni alle pesche mentre c’è ancora molta attesa per la vendemmia, ma già adesso si conta un aumento dei costi di produzione per difendere viti ed un taglio dei raccolti rispetto allo scorso anno”.
Anche le api sono state costrette a restare a terra con il maltempo e a rimetterci è la produzione di miele che potrebbe subire un calo fino al 70 per cento nel nord e nel sud Italia mentre nel centro si parla di un taglio del 40 per cento secondo la Coldiretti.
“Ai danni diretti sulle coltivazioni si sommano quelli indiretti provocati dal calo di consumi dei prodotti stagionali come la frutta e verdura a causa delle condizioni climatiche non favorevoli con un conto particolarmente salato per pesche, nettarine e cocomeri che sono fortemente deperibili. – continuano Paravidino e Moroni – Il crollo dei consumi rischia di far scomparire un quinto dei pescheti italiani e mette a rischio 10 milioni di giornate di lavoro garantite dal settore della frutta estiva, con gravi effetti sull’occupazione sull’ambiente e sulle imprese”.
I consumi sono crollati di oltre il 30 per cento rispetto ai 15 anni fa per un quantitativo che nel 2014 è sceso addirittura ben al di sotto del chilo al giorno per famiglia. Unica nota positiva il dimezzamento della superficie di bosco andata a fuoco dall’inizio dell’anno al 15 agosto (8729 ettari in calo del 57 per cento rispetto al 2013), anche per la pioggia abbondante che peraltro ha favorito la nascita dei funghi per i quali si prevede una stagione da record iniziata in anticipo e con ottimi riscontri negli oltre 10 milioni d boschi che ricoprono circa un terzo della superficie nazionale, dove si stima si realizzi una produzione di circa 30mila tonnellate secondo la Coldiretti.

 

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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