Dopo la puntata di ieri sera di “Servizio Più Pubblico” sul degrado del nostro patrimonio culturale che ha ribadito quello che da tempo l’italiano medio sa e patisce, poniamo la seguente riflessione all’attenzione dei nostri lettori.
Al di là del significato giuridico, avere la cittadinanza di una nazione significa identificarsi c0n la cultura e la storia di quel Paese, ma se la cultura è negata, la storia sepolta e le espressioni artistiche più alte, vilipese e stuprate dall’indifferenza, dall’abbandono e dall’utilizzo improprio dei soldi pubblici, allora io non posso identificarmi con un’identità che non c’è più, quindi, per sillogismo, neanche con la cittadinanza che deriva da quella identità. A questo punto io cittadino non mi identifico con questa nazione e chiedo la rinuncia alla cittadinanza. Una provocazione, sì, ma in concreto impercorribile; pare, infatti, non esistere un istituto giuridico che preveda la rinuncia volontaria senza necessariamente trasferirsi all’estero e acquisirne un’altra, abbiamo cercato ma non abbiamo trovato risposte, quindi costretti a rimanere cittadini senza un’ identità culturale. E pensare che tutta la nostra penisola potrebbe vivere floridamente soltanto ed unicamente di turismo!
Fausta Dal Monte