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Che belli i “Mondiali” che ci fanno sentire italiani, commuovere all’inno e palpitare il cuore quando sventola il tricolore. Dal 12 giugno al 13 luglio saremo distratti e non penseremo all’Italia che ancora arranca, ai corrotti sempre più corrotti, all’ingiustizia sociale di chi paga e di chi è impunito sine die. I Mondiali hanno la forza di anestetizzare i dolori e se poi li vincessimo ci sentiremmo già curati a metà.
Basta il ricordo di quelli del 2006, durante i quali gli azzurri di Marcello Lippi, nella fredda Germania, sbaragliarono tutti inaspettatamente, per addolcire il presente ma indelebili restano nella memoria di tutti, quelli vinti nel 1982 quando Sandro Pertini fumava la pipa con Enzo Bearzot e il re di Spagna era ancora il re. Com’era diversa allora l’Italia, quanta speranza per il futuro. Erano nate le televisioni di Berlusconi, il festival di Sanremo lo aveva vinto Riccardo Fogli, al governo c’era l’intellettuale Giovanni Spadolini, Gilles Villeneuve moriva in pista e il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa veniva barbaramente ucciso. Ogni anno ha i suoi dolori e i suoi allori e la nostalgia del passato può ingannare perché siamo più vecchi di allora e rimpiagiamo la gioventù, ma quest’anno, sarebbe davvero un bel regalo da parte dei ragazzi azzurri portare a casa una coppa per tutti gli italiani stanchi, delusi e affranti ma che hanno ancora voglia di guardare avanti e al domani.

 

Fausta Dal Monte

 

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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