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L’ospite che sta rovinando giorno dopo giorno la Cittadella è diffuso anche in altre parti d’Italia

Al momento non c’è soluzione per fermare l’indesiderato arbusto

Si trova ovunque e nulla apparentemente può fermare la sua invasione, la sua presenza sta diventando talmente infestante tanto da mettere a rischio la sopravvivenza di alcune specie vegetali e diversi siti di interesse artistico. Stiamo parlando dell’ailanto, la pianta conosciuta anche con il nome di ‘albero del Paradiso’ ma che di paradisiaco ha ben poco, nota ad Alessandria per aver infestato un bene storico importante come la Cittadella. Anche altre realtà italiane si trovano ad affrontare lo stesso problema, tra le altre l’isola di Montecristo resa celebre dal romanzo di Dumas, la città di Perugia, e il Parco di San Rossore in provincia di Pisa. Apparentemente l’ailanto non si può debellare: si moltiplica una volta tagliato, cresce molto rapidamente, resiste a inquinamento e piogge acide, ed è impossibile da sradicare considerata la lunghezza spropositata delle sue radici. Anche il trattamento con i diserbanti è caldamente sconsigliato dagli esperti, in quanto non eliminerebbero il problema e si rischierebbe una contaminazione del suolo.
Ma il vero problema dell’ailanto sta nel fatto che, se il tronco viene reciso, rilascia nel terreno circostante una miriade di pollini che danno vita a nuovi arbusti, moltiplicandosi come le teste dell’Idra, il mostruoso drago contro il quale Eracle si trovò a combattere.
Fu proprio questo il motivo che ne ha determinato una presenza così massiccia, a partire dal 1800, quando, dopo essere stato importato dalla Cina per l’allevamento della seta, si decise di tagliare tutti gli esemplari d’ailanto per lasciare posto al gelso, il quale garantiva un prodotto di qualità migliore.
Attualmente ancora non esistono metodi scientifici per debellare questa pianta, se non alcuni accorgimenti che ne possono rallentare la crescita, come coprire la zona infestata con teli di plastica scura oppure ombreggiarlo con altri alberi alti e frondosi, poiché, essendo una pianta eliofila, l’ailanto smette di crescere se non rimane a contatto con la luce. I ricercatori stanno comunque provando a cercare metodi più efficaci, in gioco c’è la sopravvivenza di bellezze come la nostra Cittadella e non solo.

Marcello Rossi

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