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Chiese, palazzi, luoghi trasformati dal tempo e dalla storia, esempi di arte e di architettura

Cinque secoli attraverso testimonianze dimenticate

 

Sulle tracce del ‘500 e ‘600

chiesa-monserratoCome ogni anno, non tutti i cittadini riescono a trascorrere le vacanze estive lontano da casa. Così, nel tentativo di proporre qualche interessante alternativa super low-cost, abbiamo deciso di parlare di altri itinerari turistici che la città offre. Qui di seguito riportiamo le mete dei secoli Cinque e Seicento.

Il tour turistico parte in “Piazzetta Monserrato” con la “Chiesa della Beata Vergine del Monserrato” (1). Costruita nel 1626, è forse l’unico edificio superstite di età spagnola. Venne edificata sotto direttive del governatore Matheo de Otanez e, nella nicchia sull’ingresso, è custodito l’affresco raffigurante la Madonna del Monserrato. All’interno è collocata una Madonna Nera, opera attribuita ad un artista spagnolo del XVII secolo.

confraternitaPercorrendo Via S. Maria del Castello e giungendo in Via Ghilini 41, si nota la “Confraternita di Santa Maria Domus Magna” (2). Già documentata nel 1486, dal 1648 fu sede della prima scuola pia, voluta dai coniugi Scolia. Dal 1765 al 1769 fu ricostruita da Giuseppe Caselli. Oggi è chiusa al culto. Tra i preziosi arredi ritrovati al suo interno ricordiamo due arazzi di scuola fiamminga della seconda metà del Seicento. Oggi tali reperti sono conservati presso il Museo Civico di Alessandria.

santa-maria-dell'olmoArrivando in Via Faa di Bruno 85/87, si può osservare la “Ex Chiesa di Santa Maria dell’Olmo” (3). La Chiesa benedettina fu fondata dai castellazzesi trasferitisi in città verso la fine del Duecento. Trasformata poi in convento delle Orsoline, oggi resta solo il campanile alto 21 metri. Il resto dell’edificio è attualmente la sede dell’istituto d’istruzione superiore Saluzzo.

Un gelato fresco, un paio di occhiali da sole e un po’ di pazienza per sopportare il caldo: sono gli ingredienti che ci permettono di proseguire la nostra “passeggiata culturale” tra le vie del centro.
Forse per il caldo, o forse per semplice spirito avventuriero, ci lasciamo trasportare dall’emozione che si prova quando si visita un luogo nuovo. “Nuovo”, perché nuovo appare ai nostri occhi. Occhi di chi è abituato ad osservare la città come cittadino alessandrino. Perché è questo ciò che accade: vediamo palazzi, chiese ed edifici tutti i giorni, ma difficilmente ci soffermiamo a pensare che possano avere anche loro una storia. Una storia che può apparire poco interessante e tediosa, ma pur sempre una storia. Una storia che ogni tanto va raccontata.

 

Scoprendo il ‘700

alessandria_esterno-CittadellaLa città propone un itinerario riguardante il Settecento, che vanta un copioso numero di tappe, precisamente trentuno. Parlare di tutte sarebbe praticamente impossibile. Abbiamo, pertanto, deciso di limitarci a proporvele in maniera semplice, evitando di descriverle nel dettaglio, poiché risulterebbe un’impresa assai ardua sia per la stesura, che per la lettura. Attraverso un’introduzione storica, vi elencheremo qui di seguito quali sono le mete del piccolo ed umile viaggio turistico, affinché possiate trovare un metodo alternativo per trascorrere uno dei tanti pomeriggi estivi che, per chi non va in vacanza, è segnato dalla monotonia. Nel Settecento Alessandria diventa una provincia del Regno Sabaudo e, per la città, inizia un nuovo periodo storico che si concluderà nel 1861 con l’unità nazionale. La politica di Vittorio Amedeo II, fedelmente seguita dai suo successori, prevede una marcata connotazione della funzione difensiva e militare.

SettecentoLa Cittadella viene edificata presso l’intero quartiere Bergoglio, causandone la totale distruzione e il consecutivo trasferimento, nel centro cittadino, delle sedi ecclesiastiche e nobiliari. In pochi decenni il volto della città cambia totalmente ed è proprio in questo periodo che si definisce la struttura monumentale dalla quale Alessandria trae la sua attuale fisionomia. Il protagonista indiscusso di questo processo di edificazione è l’architetto Giuseppe Caselli, al quale si deve il merito della costruzione di molti importanti edifici.

1. Cittadella
2. Palazzo Ghilini
3. Palazzo Cuttica di Cassine
4. Palazzo Municipale
5. Palazzo Sambuy
6. Palazzo Guasco Gallarati di Bisio
7. Palazzo Civalieri di Masio
8. Palazzo Prati di Rovagnasco
9. Palazzo Prati di Capriata
10. Palazzo Conzani
11. Palazzetto Conzati
12. Palazzo del pozzo
13. Palazzo Ferrari di Castelnuovo
14. Palazzo Figarolo di Groppello
15. Arco Trionfale
16. Ospedale Civile
17. Chiesa di Santa Lucia
18. Chiesa dei Santi Stefano e Martino
19. Chiesa di San Rocco
20. Chiesa dei Santi Alessandro e Carlo
21. Chiesa di San Lorenzo
22. Chiesa di San Giovannino
23. Chiesa dei Santi Sebastiano e Dalmazzo
24. Chiesa di Santa Maria della Misericordia
25. Chiesa della Beata Vergine Assunta
26. Chiesa dell’Annunziata
27. Ex seminario Vescovile
28. Ex Collegio dei Gesuiti
29. Palazzo Guaracco
30. Casa Perboni
31. Chiesa della Beata Vergine delle Grazie

Le tappe, essendo localmente vicine, ci consento di poterle visitare passeggiando.

 

Le bellezze dell’800

L’Ottocento è caratterizzato da un progressivo rimodellamento degli spazi pubblici e privati. Il protagonista di questo processo è Leopoldo Francesco Valizone, al quale viene affidato l’incarico di “Architetto Civico” dal 1814 al 1853, ridisegnando il centro storico della città. Alessandria diventa la terza città del Regno. In questo periodo si verifica una crescita economica; nel 1849 s’introduce l’illuminazione a gas ed il telegrafo. Nel 1854 viene inaugurata la stazione ferroviaria e, tre anni dopo, nasce il cappellificio Borsalino. In pochi anni la città si modernizza. Nel 1886 viene introdotto il tram a vapore. Il nostro tour comincia in piazza Giovanni XXIII…

tempio-israelitico(1) Cattedrale di San Pietro (1857/77): Sorge sull’area dell’antica chiesa-convento domenicana di San Marco, già sede dell’Inquisizione.

(2) Biblioteca Civica (1850): Fondata nel 1806 presso le Case dei Barnabiti di Sant’Alessandro, fu trasferita nel 1818 nell’ex-convento di S. Margherita delle monache domenicane e, nel 1858, nella sede attuale.

(3) Piazzetta della Lega Lombarda (xix): Anticamente sede del mercato degli ortaggi e dei cereali, è una tipica espressione dell’edilizia ottocentesca alessandrina.

(4) Galleria Guerci (1895): Di gusto tardo-ottocentesco, prende il nome da Giovanni Guerci, impresario e costruttore alessandrino.

(5) Tempio Israelitico (1867/71): La sinagoga è il cuore dell’antica Contrade degli Ebrei. È stata portata a termine dall’architetto Giovanni Roveda.

(6) Chiesa di Nostra Signora di Loreto (1833): Realizzata su disegno dell’architetto Leopoldo Valizone, fa parte del convento dei padri Domenicani.
(7) Piazza Garibaldi (1855/1900): La piazza, una delle più grandi piazze porticate del Piemonte, è una tipica espressione dell’eclettismo ottocentesco.

Ottocento(8) Chiesa del Sacro Cuore di Gesù (1886/89): La chiesa fa parte del complesso conventuale dei padri Cappuccini e fu costruita sull’area dell’antico convento di San Matteo.

(9) Chiesa di Santa Maria della Sanità (1818): In seguito a svariati rifacimenti, il suo aspetto odierno fu realizzato nel 1880.

(10) Carcere Soria (1841/46): La struttura, progettata dall’architetto francese Henry Labrouste, ha una caratteristica pianta a croce di Sant’Andrea.

(11) Museo del Cappello Borsalino (xx secolo): Nella storica Sala Campioni del P.zzo Borsalino, il museo comprende i campioni di tutti i modelli prodotti dal 1857 ad oggi.

 

 

 

 

Il razionalismo del ‘900

istituto-antitubercolareAlessandria presenta alcune importanti realizzazioni del Razionalismo. L’architettura di questo periodo è influenzata da quella nordeuropea contemporanea, con forme pure ed essenziali, ampie finestre, volumi simmetrici ed intonaci lisci e chiari. Figura di notevole importanza in questo scenario, fu l’architetto Ignazio Gardella.

(1) Palazzo ex-Camera di Commercio (1931/33): Significativo esempio di architettura eclettica, fu progettato dall’ingegnere Giovanni Chevalley.

(2) Istituto Casa Divina Provvidenza (1927): Il complesso di edifici è stato progettato dagli architetti Arnaldo Gardella e Luigi Martini.

(3) Casa Madre Istituto Divina Provvidenza (1927): In questo edificio compì i primi passi l’opera sociale ed assistenziale di Madre Teresa Grillo Michel, avviata dal 1893.

(4) Dispensario Antitubercolare (1936/38): L’edificio è un capolavoro dell’architettura razionalista italiana ed una prima espressione del suo superamento.

(5) Laboratorio d’Igene e Profilassi (1937/39): La sua formulazione originaria forniva all’edificio la descrizione di “un corpo parallelepipedo isolato”.

(6) Ospedale Infantile Cesare Arrigo (1956/57): Questo ospedale, come molte altre strutture alessandrine, porta l’impronta architettonica di Ignazio Gardella.

(7) I.T.I. A. Volta (1960/66): Con la sua facciata e con i giardino antistante, la scuola si apre significativamente verso la città.

Novecento(8) Casa di riposo Borsalino (1935): Su progetto di Ignazio Gardella, si contraddistingue per l’originale aspetto delle finestre ad oblò che illuminano la cappella.

(9) Palazzo delle Poste e Telegrafi (1939/41): È un esempio di razionalismo maturato in ambiente romano e realizzato su disegno dell’architetto Franco Petrucci.

(10) Mosaici di Gino Severini (1940/41): Il mosaico esterno raffigura la storia della posta e del telegrafo, quello interno sviluppa il tema delle comunicazioni per terra, mare e cielo.

(11) Casa per gli impiegati Borsalino (1935): Questo edificio, capolavoro dell’architettura italiana degli anni Cinquanta, fu realizzato da Ignazio Gardella.

(12) Taglieria del pelo Borsalino (1949/56): Le parti intonacate bianche disegnano un reticolo armonico “di sapore neoclassico” (Samonà).

(13) Complesso Agorà (1984/91): Il complesso Agorà, con il vicino supermercato, occupa il sedime della fabbrica Borsalino.

(14) Sanatorio Vittorio Emanuele III (1929/35): È una struttura di avanguardia nel settore ospedaliero, finanziata da Teresio Borsalino.

 

a cura di Giada Guzzon

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