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All’ospedale di Acqui sarà mantenuta la Cardiologia e i letti di terapia intensiva-rianimazione a supporto delle attività cliniche e operatorie. È il risultato del braccio di ferro tra i sindaci dei comuni dell’Acquese e il direttore alla sanità della Regione Piemonte dopo la penultima delibera regionale sulla riorganizzazione ospedaliera che prevedeva uno scempio per il nosocomio della città. Acqui perde la classificazione Dea senza però rinunciare a due importanti reparti per la salvaguardia della vita umana.
Evitato, dunque il ricorso al Tar da parte delle istituzioni locali, dopo aver raggiunto l’accordo grazie anche ad un lavoro di coordinamento del sindaco della città di Acqui. “Lo dobbiamo a quei quasi ventimila cittadini che ci hanno manifestato la propria fiducia firmando la petizione finalizzata proprio a difendere il Monsignor Galliano” – spiega Enrico Bertero. Soddisfatto anche il Comitato del Territorio Acquese per la salute per i risultati raggiunti nella “contrattazione” con la giunta regionale. “Occorrerà studiare un progetto di integrazione con l’ospedale alessandrino per tutte le specialità – ha detto la responsabile del comitato Laura Dogliotti -prestando particolare attenzione riguardo ai reparti di cardiologia e rianimazione e dimostrando, con i dati di attività, che la sede di Acqui necessita di questi servizi e che il “Galliano” è l’unico vero punto di riferimento per la popolazione locale, anche della langa astigiana”.

Giampi Grey

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