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Intervista a Davide Bailo del gruppo di protesta di Novi Ligure preoccupato per l’inevitabile contaminazione delle falde acquifere.

Cantieri, tir, scavi e migliaia di metri cubi d’acqua. Tav é impatto ambientale e inquinamento.

Ormai è dai primi anni novanta che il movimento No Tav accomuna cittadini contrari alla realizzazione di treni ad alta velocità e ad alta capacità.
Per meglio comprendere e ascoltare quello che hanno da dire abbiamo incontrato un membro del gruppo No Tav di Novi Ligure, Davide Bailo, il quale ci illustra a grandi linee il progetto dal punto di vista dell’impatto ambientale e delle falde acquifere.

no-tav-bandiereSi prevede la realizzazione di quattro cantieri in diverse zone della città: Barbellotta, Basso Pieve, San Bovo e uno sulla strada in direzione Merella.
In fase operativa, oltre ad un forte impatto acustico, i cantieri produrrebbero un enorme traffico di camion: più di seicento transiti al giorno solo su Novi, contenenti terreno di scavo addizionati con sostanze chimiche, idrocarburi e con ogni probabilità anche amianto.
Oltre a questo, Davide mi fa notare, che bisogna tenere in considerazione anche il traffico di camion che verrà a crearsi sulla statale 35 bis dei Giovi: i siti previsti a Novi destineranno il materiale di costruzione nel sito sotto Pieve, nella cava vicino Pozzolo, quella di Bosco Marengo, di Spinetta e quella di Sezzadio.

La cosa più preoccupante, spiega Davide, è l’impatto che questo progetto avrà sulle falde acquifere.
Sotto la Pieve è prevista una galleria, alla sua uscita si attendono uscite d’acqua di 80 litri al secondo: circa 7000 metri cubi al giorno di acqua. Per quanto riguarda il tratto tra Novi e Pozzolo invece sono stimati centinaia di litri al secondo: decine di migliaia di metri cubi di acqua in un giorno.
Ovviamente quest’acqua dovrà essere pompata fuori dagli scavi per permettere ai mezzi di operare.
Come verrà smaltita questa enorme quantità di acqua e che utilizzo ne si vorrà fare non è specificato nel progetto, fa notare il Signor Bailo, il quale ritiene che questa massiccia sottrazione di acqua sia sottostimata dal progetto. “Nel 2005 – dice Bailo – il comune di Novi nelle sue osservazioni arriva a definirlo “lacunoso” aggiungendo che l’impatto dell’opera sulla falda “non è mitigabile”.

Inoltre il normale deflusso delle acque sotterranee verrebbe bloccato con la costruzione di una vera e propria diga sotterranea con muri in cemento fino a 16 metri di profondità nel tratto della galleria che dovrebbe essere costruita tra Novi Ligure e Pozzolo, il cosiddetto shunt.
Ne conseguirebbe l’innalzamento del livello della falda in zona aeroporto, a monte della linea.

A valle invece, in corrispondenza dell’abitato di Pozzolo i pozzi sarebbero prosciugati al pari del basso Pieve.

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