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Palazzo Rosso e la protesta dei sindacati dei lavoratori a rischio disoccupazione

Urla e grida di Aspal e intanto “Crescere Insieme”  diventa una beffa

Continua l’attrito tra sindacati confederati e l’amministrazione comunale di Palazzo Rosso. Ad alimentare il clima di tensione, sono state le recenti dichiarazioni dell’assessore al Bilancio Matteo Ferraris, il quale è tornato a parlare di possibili esuberi tra il personale delle partecipate. Ferraris ha stimato che potrebbero essere 180 i lavoratori attualmente in esubero, anche se il numero potrebbe aumentare qualora venissero presi in considerazione i dipendenti “diretti” del Comune. Un conto, quello dell’assessore Ferraris, più ottimistico di quello presentato dal suo predecessore Pietro Bianchi (oggi direttore dell’Amag), il quale aveva parlato addirittura di 300 lavoratori in esubero. La stima “al ribasso” di Ferraris non trova comunque minimamente d’accordo i sindacati, che sperano di poter avere salvaguardati tutti i livelli occupazionali di Comune e partecipate. A peggiorare la situazione però, ci hanno pensato le ultime notizie dall’azienda “Costruire Insieme”, già sotto processo da parte di lavoratori e consiglieri di minoranza in quanto, secondo alcuni, illegittima, poiché creata in un momento in cui le norme sul dissesto lo impedivano.
L’azienda, che avrebbe dovuto salvare posti di lavoro di dipendenti di altre partecipate, si trova già a rischio chiusura. Costruire Insieme, che attualmente si occupa di servizi scolastici, conta, all’interno del suo organico, 86 lavoratori in distacco funzionale dal Comune, mentre altri 65 lavoratori hanno un contratto a tempo determinato che scadrà il 9 luglio e che non verrà rinnovato.
Ciro Costantino, consigliere della Federazione della Sinistra, fuoriuscito dalla maggioranza, ha dichiarato che “la nostra posizione è sempre la stessa, non devono essere i lavoratori a pagare le colpe di altri. Non mi spiego come l’amministrazione comunale abbia potuto prima sedersi al tavolo delle trattative con i sindacati e poi fare queste uscite. I sindacati hanno chiesto uno sforzo a tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione per una politica unitaria che chieda contributi a Roma, e su questo ogni forza politica ha espresso parere positivo. I licenziamenti non sono la soluzione da adottare, bisogna attendere l’esito del tavolo interministeriale, al quale spero possano partecipare anche i rappresentanti dei sindacati”.
Rossa-Rita2D’altro canto, il sindaco Rita Rossa ha giustificato le affermazioni di Ferraris tramite un comunicato divulgato alle agenzie di stampa, all’interno del quale anche lei ribadisce l’importanza del tavolo interministeriale. “ll quadro presentato dall’assessore alle Finanze, Matteo Ferraris”, scrive Rita Rossa, “non e’ altro che la fotografia di un’emergenza che, a legislazione invariata e senza quelle risorse che a gran voce chiediamo, ci impone una trasformazione dei servizi da attuarsi in tempi brevissimi. L’emergenza andrà affrontata al tavolo interministeriale e necessita di risorse, tempi più lunghi e strumenti che mettano al riparo i lavoratori da soluzioni drastiche e dolorose. A normativa vigente, con le risorse date e con gli obblighi imposti dalla legge sul dissesto, la fotografia che oggi viene imposta all’amministrazione è quella descritta dall’assessore Ferraris. Una prospettiva a cui non vogliamo rassegnarci pur sapendo che le trasformazioni sono necessarie e che gli sforzi fatti in questo anno per garantire stipendi e livelli occupazionali, senza risorse non sono più sostenibili. È chiaro che, se l’obiettivo del Comune fosse stato quello di risanare il bilancio licenziando i lavoratori, non sarebbe stato necessario impegnarsi un anno per ottenere il risultato. Al tavolo interministeriale noi porteremo la richiesta di individuare i percorsi, a partire dai contratti di solidarietà, dai tirocini formativi per garantire la ricollocazione, alla cassa integrazione in deroga, che permettano di accompagnare ognuno verso una soluzione personale, cucita addosso come un vestito su misura. Di fronte a drammi nazionali di gravità assoluta (come la situazione dell’ILVA di Taranto), i nostri problemi possono sembrare di poco conto, ma sarà necessario che Roma comprenda l’impatto devastante che questa situazione può avere in una comunità come la nostra nella quale due terzi dell’occupazione e’ di carattere pubblico.”

 

Marcello Rossi

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