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Un luogo che la città di Acqui Terme vuole sia restituita alla cultura facendo cultura. Testimonianza di varie espressioni artistiche

Da fabbrica di coltelli ad area fieristica, ora ridotta a magazzino comunale sperando in una riconversione

Prima fabbrica di cotone, poi di coltelli. Sede di mostre, poi area fieristica. L’ex Kaimano di Acqui Terme è stata protagonista di numerose iniziative da quando, a fine ‘800 era stata costruita per ospitare le prime fabbriche a stampo fordista.
Meglio conosciuta come  “LAMA ITALIA” la struttura ha ospitato per decenni la coltelleria più famosa d’Italia che dava lavoro a centinaia di lavoratori con un indotto rilevante per la città.
Assieme alla MIVA, fabbrica esistente fino a qualche anno fa nell’area della Borma, la Kaimano rappresentava il cuore trainante dell’economa industriale del territorio che ha smesso di pulsare a fine anni’90.
20140312_100831Successivamente l’area è stata presa in carico dal Comune di Acqui Terme e la parte dove erano presenti gli apparati industriali è stata trasformata in zona espositiva.
Solo negli anni 2000 la zona degli uffici è stata ristrutturata con l’apertura dell’accademia del benessere, HBA-ACADEMY chiusa poi qualche anno dopo. Con l’arrivo dell’ultima amministrazione comunale la svolta definitiva.
Nella parte “amministrativa” sono stati trasferiti gli uffici comunali dell’economato ed assistenza mentre la zona espositiva si è trasformata in magazzino.
Al posto delle paratie in legno che formavano gli stand, sono stati montati metri e metri di scaffali dove ha trovato posto ogni genere di materiale, che è stato minuziosamente riordinato e catalogato.
Una sorta di grande casa che contiene impianti elettrici, lampadine di ogni genere, banchi di scuola.
Camminando lungo un corridoio si possono notare anche i vecchi lampioni, revisionati e conservati per tipologia. Una grande varietà di punti luce: da quelli dell’epoca del Regno d’Italia, visibili sotto i portici di corso Bagni, e via XX Settembre, a quelli più recenti.
Tra le curiosità, una grande targa in marmo che il Premio Nobel Rita Levi Montalcini aveva dedicato al mecenate Jona Ottolenghi. L’ex Kaimano racchiude la storia della città e non solo dei suoi lavoratori.
Per anni era una vecchia fabbrica in disuso, ora sembra essere un’opera moderna. Un’altra sua parte è stata riscoperta a metà anni ’90 con l’apertura della biblioteca comunale,  ora sede di incontri e dibattiti.
Il grande quatiere di piazza Maggiorino Ferraris vive una nuova epoca, sicuramente più povera economicamente ma più ricca a livello culturale dove gli spazi abbandonati ritrovano un loro scopo. Davanti all’ex Kaimano è stato installato da poco più di un anno un distributore d’acqua, un operazione banale ma che porta la gente a riscoprire una zona per molto tempo dimenticata.
Ma la strada è ancora lunga poiché c’è ancora molto da fare. Vicino si trova ancora un pezzo semi-abbandonato, frutto di un iniziale opera di bonifica per la realizzazione di un palazzo ma ora bloccato dal ritrovamento di reperti archeologici di certa entità. Il problema è che tutto risale a quasi un decennio fa.

Giampi Grey

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