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Settembre per molti coincide con il ritorno sui banchi, per altri rappresenta il ritorno nei boschi per la riapertura della caccia.
Oggi vogliamo parlare di un particolare tipo di caccia: quella con i cani.
Il cane è compagno dell’uomo dall’origine della civiltà umana.
Dopo essere stato addomesticato divenne un prezioso aiuto per gli esseri umani nella ricerca del cibo, e con il passare degli anni gli esseri umani hanno diviso i cani in diverse razze a seconda delle loro abilità nella pratica della caccia: segugi, cani da ferma, cani da tana, levrieri e cani da riporto.
Nonostante anni e anni di selezione genetica manipolata dall’uomo per ottenere i migliori risultati, di addestramento, a volte i cani non sono adatti a cacciare.
Certi cani semplicemente non sono bravi a fare la ferma o a stanare un animale selvatico.
Ma se per la stragrande maggioranza dei cacciatori questo rappresenta solo un dispiacere c’è una piccola parte che invece decide che dal momento che non sono adatti al loro compito debbano essere abbandonati se non addirittura soppressi.
Insomma se il cane non va bene a caccia perché me lo devo tenere?
La signora Claudia con la quale ho discusso di questa minoranza di cacciatori mi ha fatto questa proposta se uno di questi cacciatori sbaglia a sparare ad un fagiano o se dopo una giornata di caccia torna a casa a mani vuote perché non riservargli lo stesso trattamento riservato ai loro compagni di caccia?

Alice Porotto

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