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L’impatto del buco sulla vita reale di ogni giorno dei cittadini.

Alessandrini costretti a convivere con la sporcizia che si accumula nei cassonetti non vuotati.

La parola “dissesto” poteva essere uno dei tanti termini che in questi tempi di crisi economica sentiamo al telegiornale. Spread, Btp, agenzie di rating, termini di cui siamo saturi e a mala pena ne conosciamo il significato, e con i quali i nostri politici si riempiono la bocca per far bella figura.

Ad Alessandria però la parola “dissesto” è un termine concreto, lo si tocca con mano quando alle famiglie tocca pagare tasse e imposte comunali portate al massimo e diventa dura arrivare alla fine del mese.

Più concretamente ancora, il dissesto lo si vede per strada, prende forma nella spazzatura che riempie i cassonetti pieni da giorni e che invade le strade, lo si sente attraverso i miasmi emanati dai rifiuti, e meno male che non è estate. Novembre è stato un mese critico per le partecipate comunali, e in particolare per l’Amiu: i dipendenti, esasperati per gli stipendi che non arrivano, hanno lasciato i mezzi nel deposito e per giorni non hanno raccolta l’immondizia per le strade. Scene che fino ad ora gli alessandrini avevano visto solo in televisione, le stanno vedendo sotto casa ma tant’è il villaggio è globale.

(m.r.)

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