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La discarica di Sezzadio sta diventando una questione “di tutti”. L’attenzione di un vasto territorio che parte da Predosa per arrivare nell’Acquese è sempre più rivolta al progetto che da oltre anno attende un suo sviluppo in località Borio nella quale confluiranno più di 1,7 milioni di metri cubi di rifiuti di vario genere ed oltre 500 mila metri cubi di smarino del Terzo valico. Pare, infatti, che all’interno della nuova area vengano depositati anche una serie di materiali provenienti dal non lontano cantiere del Terzo valico. Ma la vera preoccupazione di cittadini e sindaci di tutta la zona (sono ben 21 i Comuni in allarme) risiede nel fatto che la discarica in corso d’opera si troverà al di sopra di un’area riconosciuta dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Piemonte (PTA) fra quelle classificate come “di ricarica delle falde utilizzate per il consumo umano” e “di RISE” (acquiferi di riserva). Molte battaglie sono state fatte contro il progetto da parte del comitato locale e di un gruppo di Comuni dell’Acquese ma, vista la chiara situazione di stallo, il gruppo di minoranza del Comune di Sezzadio ha presentato nelle ultime sedute consiliari alcune mozioni a riguardo: la prima in cui si chiedeva alla Regione di dichiarare il notevole interesse pubblico, come bene paesaggistico, del territorio comunale dove si trovano, tra l’altro, l’abbazia di Santa Giustina, i terreni agricoli lungo il Bormida, alcune cascine e il Sito di interesse regionale Bormida Morta; la seconda che riguarda la proposta di non modificare la destinazione attualmente agricola allo scopo di vietare ogni attività di deposito di rifiuti per la presenza della sottostante falda acquifera. Mozioni che hanno alimentato una ragionevole reazione da parte della società incaricate dei lavori per la discarica che da tempo attendono una posizione definitiva dagli enti preposti (Regione, Provincia e Comune) per il rilascio dell’autorizzazione ed l’avvio dei lavori. Pare che l’avvocato della Riccoboni, di concerto con le ditte Bioinerti e Allara, abbia inoltrato all’ente comunale un documento di richiesta danni nel caso fossero state approvate le due mozioni. Ora ci sono ben altri problemi a Sezzadio, viste le dimissioni di otto consiglieri sui dodici in totale (e forse per i problemi su questo delicato tema), che hanno, di fatto, portato il Comune ad un commissariamento con nuove elezioni previste nel 2014.

Intanto, proseguono le iniziative rivolte a sensibilizzare gli abitanti del territorio: l’ultima è stata quella organizzata nel comune di Acqui Terme. Con il convegno dal titolo “I pozzi di Predosa e i rischi per la falda” si è cercato di tracciare un quadro futuro. I geologi, il professor Giovanni Crosta, Ordinario di Geologia Applicata all’università di Milano-Bicocca, Roberto Moretti, professore Associato di Geochimica alla Seconda Università degli Studi di Napoli, il Dr.Magister Gunther Moser (Moser Jaritz Ziviltechniker GmbH), Luigi Foglino e Mario Lovisolo della C.S.G. s.r.l., hanno messo in evidenza sia i meccanismi che, a partire dalla dispersione di sostanze inquinanti sul terreno sovrastante, rendono possibile l’inquinamento delle falde profonde, sia le caratteristiche idrogeologiche del bacino di ricarica dell’acquifero di Predosa.

Giampi Grey

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