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Gioiello architettonico, continua ad affascinare il mondo, non ultimo il quotidiano “The Guardian”

Museo delle divise o dell’artiglieria oppure festival delle bande militari

Gioiello architettonico come pochi, la Cittadella di Alessandria continua ad affascinare il mondo, non ultimo il quotidiano britannico “The Guardian”, che l’ha citata in un articolo riguardante le bellezze nascoste del pianeta. Eppure, la coscienza da parte di molte istituzioni e altrettanti concittadini di quale tesoro prezioso sia posto aldilà del Tanaro è emersa solo da pochi anni, grazie anche al lavoro indefesso di molti volontari. La fortificazione militare è tornata nuovamente sotto i riflettori alla fine del 2013 quando l’Agenzia del Demanio ha dato disposizione all’amministrazione comunale di preparare un bando per l’affidamento della gestione del complesso entro il 10/12. Dopo l’iniziale sorpresa per una decisione così repentina e drastica, il Comune ha avviato contatti con l’ente del Ministero dell’Economia per programmare un piano d’azione da seguire dal momento in cui il bando verrà ufficializzato (dapprima si è parlato del 10/1, poi del 20/1) fino all’affidamento vero e proprio (che dovrebbe avvenire tra maggio e giugno). La Giunta e, in generale, tutte le forze politiche, nonché le associazioni già attive in Cittadella, non hanno mancato di dare il loro apporto al dibattito in corso sul tema. In particolare, il 2/12 si è tenuta una commissione congiunta Cultura e Istruzione-Sviluppo del Territorio, alla quale hanno partecipato, oltre ai commissari, esponenti del FAI, del Comitato per la Difesa della Cittadella, dei Bersaglieri e dell’ANPI. La presenza di soggetti diversi sia per ruolo sia per estrazione culturale non ha impedito che si trovassero alcuni punti di condivisione, tra cui la necessità di porre un vincolo di carattere culturale, storico e turistico alle iniziative che il futuro gestore potrà intraprendere, una volta entrato in possesso della fortezza, l’urgenza d’interventi manutentivi rapidi (oltre alla nota questione dell’ailanto, pallino del FAI locale, si è parlato del crollo dei tetti nel quartiere San Michele) e l’opportunità di ridurre al minimo l’impatto antropico (ciò riguarda eventuali modifiche a edifici, installazione temporanea di strutture esterne all’edificato storico e assenza delle automobili all’interno del fortilizio). Le idee che sono venute fuori durante la seduta congiunta sono state tante: c’è chi ha parlato di ampliare il Museo delle Divise e di organizzare un festival delle bande militari, chi, invece, ha posto l’accento sul fatto che la Cittadella, struttura militare con pochi eguali al mondo per attrattiva turistica, potrebbe essere la sede di un museo dell’artiglieria. Si vorrebbe arruolare storici della zona per corsi di formazione sulle vicende passate della fortezza. Certamente le difficoltà ci sono, tante e non di poco conto. I costi, innanzitutto. Nessun ente (soprattutto i nostri, per ben note ragioni) può permettersi al momento alcuna spesa che non sia strettamente necessaria. Nessun privato può, da solo, occuparsi del recupero di una struttura di 73 ettari con grandi possibilità di renumerazione ma diluite nel lungo termine e a fronte di un forte impiego iniziale di risorse. Poi, il rischio che interessi di parte possano rovinare irrimediabilmente il clima di concordia che, bene o male, si è creato tra i vari attori interessati alla faccenda, è forte. La sensazione è che sia giunto il momento della verità per quella che è l’unica nota di vanto rimasta alla nostra città e, forse, la sua sola ancora di salvezza.

Stefano Summa

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