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Daniele Lince e Roberto Tomeo hanno presentato il corto “The Mourners” girato nel novese

Saranno presenti al Salento Finibus Terrae International Film Festival

Daniele-1-(1)Daniele è un ragazzo di trent’anni. È nato a Novi Ligure. Ha fatto tutte le esperienze dei giovani della sua età: scuola, amicizie, incontri, telefonini, sogni. Sogni in grande che anche oggi, nonostante la crisi, la perdita di punti di riferimento, l’emigrazione come unica speranza per un lavoro, continua a coltivare, dedicando ogni momento libero alla sua passione: il cinema. “Provavo forte interesse riguardo ai “making of” dei film già da bambino – ci racconta -. I miei occhi erano la macchina da presa e le mie orecchie i microfoni finché a 12 anni mi fu regalata la prima videocamera”. Incontriamo Daniele Lince al suo ritorno da Cannes dove ha presentato, insieme allo sceneggiatore Roberto Tomeo con cui ha stabilito un forte sodalizio, il corto “The Mourners” che è stato acquistato da una web-tv a Los Angeles. La loro presenza a Cannes è già arrivata al secondo anno, una soddisfazione che non tutti possono vantare. I corti di Lince e Tomeo hanno attirato l’attenzione di critica e pubblico, sono legati alla realtà locale (“The Mourners” è stato girato tra Pozzolo Formigaro e il Bormida, “Carillon” interamente in una Novi Ligure notturna), descrivono la realtà circostante, giovani che cercano di realizzare i loro sogni, ma anche le loro disillusioni, il mondo in continuo cambiamento in cui si trovano a vivere, le mille realtà parallele. “Le storie – racconta Daniele -, talvolta nascono chiacchierando con Roberto Tomeo e poi, d’improvviso, arriva l’ispirazione per un nuovo progetto. Mi piace pensare che siano loro a scegliere chi avrà la responsabilità di raccontarle”. Quando gli chiediamo come può definire il suo genere risponde candidamente: “Quasi sempre ci accorgiamo del genere di un nostro film solo alla fine del montaggio”, ovvero l’artista insegue le idee, gli impulsi, le emozioni, poi, gli altri gli affibbiano le etichette, talvolta azzeccate la maggior parte forzate.
I riconoscimenti cominciano ad arrivare. Oltre a Cannes, Daniele e Roberto saranno presenti al Salento Finibus Terrae International Film Festival. L’obiettivo è anche quello di trovare finanziatori per sviluppare le idee dei cortometraggi in lungometraggi in lingua inglese, passepartout per una audience mondiale. Con la vittoria del Golden Globe, dei Bafta e dell’Oscar di Paolo Sorrentino l’occhio della cinematografia mondiale è puntato sull’Italia. I talenti ci sono anche se fanno fatica ad emergere perché il nostro Paese ha smesso di puntare su di loro da tempo. In altre parole fare cinema da noi è un’impresa colossale. Daniele però non smette di crederci. Nel frattempo offre anche un consiglio ai giovani registi in erba che, grazie alla tecnologia moderna – realizzare piccoli film in full HD ormai è un gioco da ragazzi – vorrebbero percorrere la sua stessa strada: “Direi di studiare la storia del cinema, di vedere tanti film, ma soprattutto di provare a realizzarne di propri: è l’unico modo per imparare a fare cinema e per capire se si è portati a farlo”. Per Daniele ha funzionato. Ora ci attendiamo che questo nostro conterraneo possa “emigrare” con la sua arte verso altri lidi (a cominciare, per esempio, dal Lido di Venezia!).

 

Sagida Syed

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