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Sono 79 mila le coperture georeferenziate di edifici potenzialmente contenenti amianto in Piemonte. Sul fronte dell’amianto di origine naturale, invece, sono 13 i siti individuati nella regione. È quanto emerge dalla mappatura della presenza dell’amianto sull’intera regione, tra le prime in Italia ad aver terminato anche quella dell’amianto di origine naturale. In provincia di Alessandria sono presenti circa 600 mila metri quadri di questa sostanza dichiarata cancerogena già negli anni sessanta ed ancora presente in grosse quantità nei tetti delle case ed negli edifici industriali. La zona del Casalese è la parte più colpita da questo dramma: in base a rilievi fotogrammetrici e telerilevamento, nell’area composta da 48 comuni a cavallo tra Asti ed Alessandria, sono stati riscontrati 1 milione di metri quadri di coperture in cemento-amianto.
Per capire l’entità solo nel 2009, erano state presentate 1.100 richieste per lo smaltimento di oltre 420 mila metri quadrati. Le attività avviate ed in corso riguardano una molteplicità di interventi di bonifica di amianto in matrice friabile e compatta.
Gli interventi di bonifica del “polverino” sono eseguiti sia su aree non confinate (cortili, strade ecc.) che su aree confinate (sottotetti). Altro problema riguarda l’amianto contenuto nei quattro edifici scolastici presenti nell’Alessandrino che hanno ottenuto nel 2013 dalla Regione Piemonte 259 mila euro per la propria riqualificazione.
Sul fronte della prevenzione la giunta regionale ha approvato l’istituzione a palazzo Hugues di Casale Monferrato del Centro Universitario per gli studi sull’Amianto, Cusa, in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale. Gli obiettivi indicati dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione dell’Avogadro, saranno: promuovere la collaborazione tra università ed enti preposti alla tutela della salute e dell’ambiente; promuovere la ricerca ambientale e sanitaria in tema di amianto; promuovere attività finalizzate alla riduzione del rischio di esposizione della popolazione alle fibre di amianto; promuovere attività di ricerca finalizzate alla gestione dei rifiuti e dei sottoprodotti contenenti amianto; partecipare a bandi per finanziamenti esterni; promuovere la collaborazione dell’Ateneo con il sistema di gestione delle problematiche inerenti l’amianto, anche mediante la realizzazione di percorsi di formazione ed iniziative culturali.

 
Giampi Grey

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