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Il Corriere del Ticino ha riportato un paio di ore fa la notizia dell’arresto di Marco Marenco, imprenditore italiano di 59 anni, accusato di vari reati finanziari, tra cui la bancarotta fraudolenta, dalla magistratura del nostro paese.

Marenco, proprietario di alcune società nel settore energetico operanti a livello mondiale, s’è dato alla latitanza da quando la Procura della Repubblica di Asti l’aveva formalmente accusato di deviare ingenti somme di denaro dalle proprie società verso conti offshore, causando così un buco di bilancio pari alla considerevole cifra di 3 miliardi di euro.

Il nome di Marenco, il quale verrà probabilmente estradato, è emerso nelle cronache locali alessandrine in relazione alla Borsalino, in quanto la storica azienda di cappelli era entrata nell’orbita delle società controllate dall’imprenditore, uscendone con una difficile situazione economica ai limiti del fallimento.

AGGIORNAMENTO DOMENICA 26/4/’15

Pubblichiamo un comunicato di precisazione del Borsalino S.p.A. in relazione all’accostamento della figura di Marenco con l’espressione “crac Borsalino”:

La BORSALINO S.p.A. smentisce categoricamente le informazioni riportate dalle stampa a seguito dell’arresto del signor Marco Marenco, in cui si parla di “crac Borsalino”. Tale informazione è del tutto errata in quanto il crac è da riferirsi solo ed esclusivamente alla persona di Marco Marenco e non alla società Borsalino, all’interno della quale, dal 2008, il signor Marenco non ha più alcun ruolo decisionale. La BORSALINO S.p.A. diffida chiunque dall’associare tale arresto alla BORSALINO stessa e tutelerà quindi interessi ed immagine della società nelle sedi opportune.

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