dialessandria.it - no photo
dialessandria.it - no photo

Hanno vissuto per quarant’anni con l’amianto sopra la testa e dentro ai muri dei loro appartamenti e ora rischiano di pagare pure il conto salato per una bonifica che andava fatta parecchio tempo fa.

Protagonisti dell’ennesimo paradosso all’italiana sono gli inquilini delle case popolari di Falchera Nuova di Torino, alcuni dei quali hanno acquistato gli immobili dall’ATC, Agenzia Territorio per la Casa, alla fine degli anni Novanta, senza che nessuno li informasse della presenza di amianto. Per far valere i loro diritti, ventitré famiglie hanno costituito un comitato aderente all’Osservatorio Nazionale Amianto, Comitato Ona Ulivi 90 Falchera di Torino.

Ma andiamo per ordine. Le case popolari Atc del quartiere Falchera Nuova sono state assegnate tra il 1974 e il 1975. Poi nel 1996 l’Agenzia propose agli assegnatari l’acquisto degli immobili e molti di loro colsero l’occasione di diventare proprietari. Ma nessuno sapeva allora che le case prefabbricate con pannelli di cemento contenevano, tra le giunture, materiale in amianto; e nessuno allora sapeva quali danni alla salute l’amianto è in grado di provocare.

Il materiale killer era presente anche sotto i balconi adiacenti ai box auto in forma finissima a spruzzo: in questo caso la bonifica fu effettuata nel 2002. Ora, a dopo una delibera del Comune di Torino, l’Atc ha deciso di rimuovere l’amianto rimasto e procedere con una bonifica totale. Ma una parte delle spese ingenti per l’intervento, dovranno essere a carico dei proprietari degli appartamenti, che ovviamente non ci stanno.

Perché dobbiamo pagare la rimozione se l’ATC è responsabile del progetto di queste case e ce le vendette anche con l’amianto? Se ci avessero detto che sarebbe stato un problema futuro avremmo deciso diversamente”, si domanda il signor Primo Augeri, presidente del Comitato Ona. Tra l’altro, in questi decenni, numerosi sono stati i casi di patologie tumorali e respiratorie, e di decessi tra gli inquilini degli stabili di Falchera Nuova.

Non possiamo accettare che il conto dell’attività di bonifica rischi di essere presentato agli stessi cittadini, già duramente danneggiati per il fatto che sono stati anche esposti alle polveri e alle fibre per oltre quarant’anni”, dichiara il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto Ezio Bonanni. Per questo l’Ona ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Torino per verificare la qualità dell’aria nel quartiere Falchera e per verificare “se possano emergere ipotesi di reità a carico dei titolari delle posizioni di garanzia in ragione della presenza di amianto e ella tardiva sua rimozione nel complesso delle case popolari del quartiere Falchera Nuova di Torino”.

0 0 voti
Valutazione articolo
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
0
Vorremmo sapere cosa ne pensi, scrivi un commento.x