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Ancora una prova convincente dell’Alessandria targata Colombo, brava a fermare la capolista Entella sullo 0-0 senza rischiare poi tanto e sfiorando, più degli avversari, di vincere la partita. Ma l’ostacolo più grande, riconosciuto da entrambi gli allenatori in sala stampa, è stato il terreno di gioco con le sue condizioni ‘così così’, secco, gibboso e poco adatto a far correre il pallone, rendendone problematico il controllo. La cosa si intuì mesi fa, quando si capì che lo sfruttamento ‘doppio’ del ‘Moccagatta’ (ci gioca anche la Juve B) avrebbe ‘disastrato’ il terreno. Non che sia una realtà estranea alla serie C, visti i terreni di Cuneo, Olbia e Arzachena, però eravamo abituati diversamente.
In ogni caso lo 0-0 di ieri lascia le cose come stavano: Entella prima con 57 punti e vantaggio dimezzato (+2) sul Piacenza con 2 gare in meno rispetto agli emiliani, Alessandria 11^ con 32 punti, affiancata a Gozzano e Juventus U23 ma davanti in classifica per via della gara da recuperare.
Per la cronaca la squadra grigia, da quando c’è Colombo in panchina, è imbattuta e ha raccolto 6 punti in 4 gare, rompendo il tabù della vittoria in casa e fermando sul pari due ‘corazzate’ come Carrarese ed Entella.

LA PARTITAAlessandria col 3-5-2, diventato stabilmente 5-3-2 con l’aumento della pressione degli ospiti, Entella col 4-3-3, cambiato in 4-3-1-2 dopo l’ingresso dell’ex  Iocolano (26′) per l’infortunato Currarino. Come era prevedibile, i liguri iniziavano il giro-palla dal basso cercando la manovra avvolgente, i piemontesi rispondevano con rapide accelerazioni sulle fasce e repentine verticalizzazioni. Il primo tiro in porta arriva al 6′ con Mota, ma è centrale e Pop blocca. Al 10′ grigi vicini al gol: rimessa laterale di Gemignani, De Luca riceve sul lato destro e va in porta, ma il suo diagonale viene parato in 2 tempi da Paroni. Una di quelle situazioni che ‘mandano in bestia’ gli allenatori, che detestano prendere gol su rimessa con le mani. I grigi restano in zona d’attacco e sempre allo stesso minuto, il 10′, Maltese scarica alto il sinistro. Il ritmo è basso, ed è comprensibile: l’Entella gioca ogni tre giorni e non ha interesse ad accelerare, contando sul fatto che la sua superiorità tecnica la agevola, l’Alessandria accetta di buon grado sapendo che, in una gara lenta, le rapide verticalizzazioni mettono in difficoltà gli avversari.
Al 18′ contropiede grigio 3-contro-3, ma Santini è troppo egoista e spara alto. Al 23′ testa di Mota a centro area, ma è centrale e Pop è attento. Al 34′ cross di Gemignani da destra, Paroni sbaglia la respinta coi pugni e la palla s’impenna, ricade nei pressi della linea (“dentro o fuori?”, il dubbio resta) sul rimbalzo si avventano Bellazzini, Pellizzer e il portiere, l’attaccante grigio va giù e sembra rigore, ma l’arbitro è vicinissimo e concede solo il corner. Siamo talmente abituati al VAR e alla gol-line-technology che ogni volta ne aspettiamo l’esito, ma in serie C è così e bisogna farselo andare bene, visto che gli arbitri di terza serie solo da una settimana hanno gli auricolari per comunicare fra di loro.
Al 42′ cross da sinistra di Iocolano, Pop esce in truffo nell’area piccola e respinge. Al 48′ i liguri reclamano un rigore ma non c’è fallo e le immagini levano ogni dubbio; sul contropiede grigio situazione 2-contro-1, Bellazzini serve bene De Luca che controlla e tira in diagonale sull’uscita di Paroni: tutto bello, palla fuori di qualche centimetro.

Nella ripresa l’Entella vuole vincere, alza il baricentro e aumenta la pressione. Al 49′ su calcio d’angolo Pellizzer conclude di testa e Pop respinge, la palla resta lì e si accende una mischia, a 1 metro dalla riga di porta, conclusa da un tocco fuori di Caturano. Succede poco: gli ospiti spingono ma non tirano, i padroni di casa arretrano e resistono.
Al 60′ c’è un destro improvviso di Paolucci da 25 metri, ma Pop è ben piazzato e blocca. All’85′ Iocolano se ne va a sinistra, sterza e crossa: ne esce un tiro che sfiora l’incrocio e mette il brivido alla Curva Nord. Poi finisce, con i giocatori grigi stremati ma applauditissimi dal pubblico, consapevole che abbiano ottenuto una grande risultato. Da sottolineare, nella generosità e nello spirito di sacrificio generali di tutta la squadra, la ‘monumentale’ prova di Gazzi e quella buona di Checchin, finchè è rimasto in campo. Due giocatori che, si vede bene, ‘pensano’ e ‘leggono’ le situazioni di campo molto più veloci degli altri.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.