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Matteo Donati mette in cassaforte 48 punti ATP per la finale del Challenger di Vicenza, che lo porteranno, dopo la fine del Roland Garros (classifiche ferme durante gli Slam, ndr) al posto n. 225 dall’attuale 236. Per il tennista alessandrino una bella iniezione di fiducia dopo un periodo tribolatissimo, sia dal punto di vista fisico che da quello dei risultati; i continui infortuni, le sconfitte e la conseguente difficoltà a trovare una buona forma lo avevano allontanato da posizioni più ambiziose, costringendolo ad abbandonare i tornei dopo i primi turni. Ora, invece, le quattro vittorie e la finale persa 6-4 al terzo set gli hanno ridato fiducia, anche se una grande paura gli ha fatto temere di abbandonare per infortunio anche questo match.
Erano due anni che Matteo non raggiungeva la finale di un Challenger, ma vala pena ricordare che lui resta il terzo miglior tennista alessandrino ‘all time’ per classifica raggiunta: il suo n. 159 del luglio 2015 è superato solo dagli ‘storici’ Barazzutti e Caratti. Tutti gli altri, in ogni tempo, hanno dovuto accomodarsi più indietro.

IL TORNEO – In suo cammino inizia con il 62 62 rifilato al connazionale Caruana al 1° turno, poi il lottatissimo 64 46 64 col quale ha battuto il portoghese Domingues (“la partita più difficile, al terzo set ero sotto 3-0” ha detto Matteo), quindi ancora una grande battaglia col serbo Kecmanovic, battuto 67 76 63, e la semifinale vinta con Salvatore Caruso 75 63. In finale ha ceduto 64 57 64 al boliviano Dellien, unico straniero in una semi per 3/4 italiana. E la grande paura del 2° set, caviglia ‘girata’ sul 6-5 e set-ball a favore, ha rafforzato il suo spirito. Dopo la lunga pausa con l’intervento del fisioterapista, Donati ha ripreso il gioco e si è aggiudicato la seconda partita, cedendo poi 64 al terzo, un po’ fiaccato dagli sforzi dei giorni precedenti.

IL FUTURO – Questo risultato non cambia la programmazione stagionale, ma aiuta a proseguire con tanta fiducia in più. “Sicuramente andrò a Poznan (Polonia, parte oggi, gioca mercoledì, ndr) e poi vediamo se fare Caltanissetta o Lione, poi giocherò a L’Aquila e infine spero di fare le qualificazioni a Wimbledon. Vedremo”. La caviglia non è gonfiata, ed è un bene, ma in Polonia Donati giocherà probabilmente con una fasciatura.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.