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A guardare la classifica sembra che i grigi siano sempre più lontani dalla zona spareggi, ma il recupero di mercoledì con il Valle d’Aosta (a San Giusto Canavese) potrebbe farli rientrare di colpo in gioco. A patto che si vinca. Impresa non facile, ma il calcio ci insegna tutti i giorni che i rimbalzi di una sfera spesso escono da ogni logica prevedibile. Lo 0-0 di Castiglione, ottenuto su un terreno impossibile, ha allontanato l’Alessandria dal sesto posto, ma ha dimostrato che la squadra ci crede ancora, e in nove partite possono succedere tante cose. Non sono d’accordo, poi, con chi chiede il cambio in panchina: a che servirebbe, a questo punto, un altro allenatore? Va detto che Cusatis ha lavorato (e lavora) con ciò che aveva (e ha) a disposizione, e la squadra così com’è stata costruita in estate puntava ad una salvezza tranquilla.
Il che, 9 mesi fa, sembrava tanta roba a tutti, vista la situazione economica e le prospettive di fallimento, scongiurate solo il 30 gennaio con l’arrivo di Di Masi; ma poi i grigi in zona playoff hanno ingolosito l’ambiente, tanto che si sente dire che i playoff sarebbero “l’obiettivo minimo”. Ma non è affatto così: la squadra non era stata costruita per quello, anzi si tendeva a sfoltire  la rosa (“Quei tre costano troppo, vanno venduti” disse Capra a luglio, riferendosi a Degano, Viviani e Menassi) e al tecnico veniva chiesta una salvezza tranquilla. Da lì Cusatis ha gestito i tre, recuperandoli e utilizzandoli, ha tenuto in pugno il gruppo quando non arrivavano i soldi, ha lanciato qualche giovane e l’ipotesi playoff non è affatto tramontata. E poichè la nuova dirigenza non ha fatto mercato, lasciando le cose come stavano, non vedo perchè gli obiettivi dovrebbero essere cambiati. E’ ovvio che Di Masi abbia chiesto i playoff, ma credo che la sua scelta metta alla prova tutti: vediamo cosa sapete fare, poi da giugno costruisco la ‘mia’ squadra, con i ‘miei’ uomini dentro la ‘mia’ società e lavoro per i ‘miei’ obiettivi. Certo che una promozione già quest’anno sarebbe grasso che cola, perchè regalerebbe un anno di tranquillità, ma non è affatto l’obiettivo minimo.  E bisogna avere pazienza, anche con l’indolenza dei giocatori.

 

RAIMONDO BOVONE

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