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Il binomio business-sport è una dato di fatto della società italiana; ormaiassimilato e metabolizzato da tutti; in grado di esibire numeri iperbolici e fatturati da paura.

Ma non sempre paga in termini di risultati; come ci dimostrano le splendide Olimpiadi di Londrain corso; dove le medaglie di tutti i metalli arrivano dagli sport ‘poveri’. L’esempio più clamorosoè quello del calcio: gli introiti TV e gli sponsor mantengono il baraccone (spesso oltre i limiti) maa nazionale italiana non è qualificata per l’evento a cinque cerchi. Stesso discorso per il basket; con i nostricestisti che si guardano in tv le imprese del Dream Team americano. Ma allora il settimo posto nel medagliereda dove arriva? Dalla scherma; prima di tutto; che nella storia olimpica è per noi lo sport principale; con uncontributo di medaglie impressionante. Però soldi non ne girano; e provate a trovare una scuola di schermaper i vostri figli; casomai vi venisse la voglia dopo il dominio delle fiorettiste azzurre: dovete andare a casadella Vezzali; o giù di lì. Poi dal tiro con l’arco; che potete praticare nei villaggi-vacanza o affidarvi; in città;a qualche appassionato; e dalla canoa; sport di montagna che sfrutta le rapide naturali. Ma l’oro di Molmentici ha svelato che in Italia non esiste un percorso artificiale dove allenarsi; mentre a Londra; per i Giochi;l’hanno realizzato in un anno. Un argento arriva dal canottaggio; dove abbiamo una discreta tradizione (ricordategli Abbagnale; o Baran-Sambo?); un altro paio ce li regala il tiro a segno. E un bronzo proviene dal judo;grazie alla Forciniti; prima calabrese su un podio olimpico. Vale l’oro. Poi flop del nuoto; aspettando l’atletica;e qualcosa arriverà dal pugilato. Tutto sommato pare la storia sportiva di un paese guerriero; visto che vinciamomedaglie con il fioretto; l’arco; la pistola; la carabina e le arti marziali. E invece no. O meglio; sì.

Un paese armato di coraggio; talento; fantasia; spirito di sacrificio; qualità che spesso portano oltre i limitidel possibile. E qui; signori degli sport milionari; non c’è spread che tenga.

Raimondo Bovone

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