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Vittoria scacciacrisi per l’Alessandria Calcio, che risale la classifica e rompe il tabù che aveva fin qui segnato l’inizio di stagione. Ora tutto va in discesa, anche se le partite sono ancora tante e i risultati vanno conquistati turno dopo turno. Ma era importante vincere per il morale, per l’autostima, per la convinzione di essere mediamente superiori ai rivali del girone; ed è una convinzione che c’era sulla carta, ma doveva maturare sull’erba, perchè i nomi non bastano. E questa volta il nome maiuscolo è quello di Riccardo Taddei, che con la sua qualità, i suoi guizzi, le sue giocate rapide e incomprensibili per molti giocatori di questa categorìa, ha indirizzato la partita col Castiglione, vinta dai grigi 4-1. Già il modulo di mister Notaristefano era diverso: 3-4-3, certamente più offensivo rispetto al 3-5-2, e l’atteggiamento aggressivo dei giocatori lo ha compattato, spostando il gioco nella metà campo dei mantovani in maniera stabile. Il Castiglione, però, chiudeva tutti gli spazi, fino a quando Taddei se ne è andato in dribbling a due avversari e ha messo dal fondo una palla bassa sul primo palo, dove è arrivato Valentini (19′) col tempo giusto e ha messo dentro l’1-0. A questo punto sono usciti i vecchi difetti e in due minuti il Castiglione è arrivato all’1-1, con una punizione scodellata in area sulla quale la difesa ha dormito, permettendo a Curcio (21′) di battere Poluzzi. Reazione rabbiosa dei grigi, che hanno ripreso in mano il pallino del gioco per non mollarlo più,  e al 32′ Taddei ha regalato una perla: controllo volante al limite dell’area, con doppio palleggio e tiro al volo sotto la traversa, senza far scendere la palla. Bellissimo, direi alla Maradona, Moccagatta in estasi e 2-1. Da lì in poi la squadra di Notaristefano ha gestito la gara, ha realizzato il 3-1 al 59′ con una punizione meravigliosa di Rantier (sinistro pennellato nel sette scavalcando la barriera) e ha chiuso il conto su rigore all’ 80′, quando Cavalli ha segnato dal dischetto dopo un fallo in area su Mora. Per la cronaca c’è stato anche un palo al 70′ di Rantier in corsa, e un pasticcio del portiere Poluzzi nei minuti finali, quando un passaggio indietro è diventato un tiro in porta. Ebbene, qui l’estremo grigio si è riscattato brillantemente, prima deviando la palla che stava entrando, poi fermando con due parate strepitose gli increduli avversari. Fosse entrata la palla, per lui sarebbe diventato difficile giocare a livello psicologico; così come è andata, forse ha acquisito sicurezza. Deve solo stare un po’ più attento. (r.b.)

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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