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La fortuna dà, la fortuna prende. C’è una giustizia superiore, sui campi di calcio, che quasi sempre pareggia le cose. E così i grigi prendono i tre punti al ‘Fortunati‘ (ironia del nome) con un po’ di buona sorte, cosa che a Novara era girata al contrario. Una partita sporca, quella di ieri, non solo per le condizioni del campo, risolta da un’autorete difesa in 10-contro-11 per 40′, dopo che gli avversari avevano colpito un palo. Oltre a tutto l’impegno, all’applicazione dei giocatori, alla sagacia tattica dell’allenatore, è chiaro che è girata bene. Ma nel calcio è così, un po’ di fortuna ci vuole, soprattutto dopo che a Novara si era perso, immeritatamente, con due reti che più casuali non si può. E si trattava di due partite di vertice, importanti per la classifica, contro avversari che fino alla fine contenderanno ai grigi l’ambita promozione nella serie cadetta. E proprio la classifica ci dice che le quattro là davanti, raggruppate in due punti, hanno allungato sul gruppo, mettendo fra la quarta (Alessandria) e la quinta (SudTirol) un distacco di 4 punti, cioè lo spazio di due partite.
Presentando la gara di ieri scrissi di possibili sorprese da parte di D’Angelo, e così è stato: squadra schierata col 4-3-3 rinunciando agli esterni di ruolo, con Taddei, sempre raddoppiato, laterale destro di centrocampo, pronto a salire a fianco degli altri due piccoletti, Rantier e Iunco, e dietro a Marconi, per mettere in difficoltà la difesa pavese; di fatto quattro giocatori d’attacco opposti all’albero di Natale (4-3-2-1) di Maspero. Primo tempo a folate, col Pavia più pericoloso con Cesarini (palo al 7′) e portieri di fatto inoperosi. Poi l’infortunio di ‘re Riccardo’ (37′, guaio muscolare) ha costretto D’Angelo ad inserire Vitofrancesco: squadra più equilibrata e meno spumeggiante, ma una discesa sulla destra di Marconi al 50′ ha costretto all’errore Cristini che, pressato da Mezavilla, ha trafitto il proprio portiere. Una volta in vantaggio l’Alessandria poteva gestire in difesa ripartendo in contropiede, ma proprio in uno di questi Iunco, già ammonito, ha commesso il grave errore di controllare il pallone col braccio largo. Troppo plateale per essere ignorato e ‘rosso’ al 54′. Fuori due piccoletti, ci ha pensato l’allenatore a togliere il terzo, mettendo Valentini per Rantier, aumentando la forza fisica della squadra, arroccata intorno al gigantesco (in tutti i sensi) Obodo. Aiutata dal terreno di gioco, messo peggio di quello del Moccagatta, l’Alessandria ha sofferto fino alla fine senza lasciare, però, lo straccio di un’occasione da gol agli uomini di Maspero, miglior attacco del girone (41) arenatosi contro la miglior difesa (20). Arbitro quasi impeccabile, ma la macchia c’è: in pieno forcing del Pavia, Soncin a centro area stoppa il pallone con coscia e mano, l’arbitro vede e fischia la punizione per i grigi, ma non regala il secondo giallo all’ex Ascoli. Errore grave, perchè la situazione era identica a quella di Iunco. Finale di gara tutto mandrogno: dei 5′ di recupero, tre abbondanti sono trascorsi coi grigi in attacco, vicini alla bandierina di sinistra, a prender falli e punizioni e a far scorrere il cronometro. Segno di grande maturità. Tre punti  pesanti, bene così.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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