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Alessandria battuta 4-2 a Bassano del Grappa, figuraccia della difesa, spogliatoio in ebollizione e presidente imbufalito. Adesso tutti i ‘soloni’ del calcio mandrogno si scateneranno nel dare le colpe e questo e a quello, partorendo giudizi da ‘professori in cattedra’ con la patente di ‘inventori del calcio’. Eppure la classifica non è così negativa, anche se la squadra è sempre lì, sull’orlo dell’abisso. Però i numeri dicono ottavo posto, seppure in coabitazione, e quindi utile per restare in categorìa. Che, come vado scrivendo da inizio stagione, è l’unica cosa che conta. Poi ci possono essere ambizioni più o meno grandi, come arrivare fra le prime tre, oppure dominare il torneo, o stravincere o seppellire di gol gli avversari, ma alla resa dei conti questa stagione di transizione darà verdetti netti, trancianti: le prime nove restano in Lega Pro, le ultime nove scendono in serie D. E siccome la nona promossa uscirà da un playoff tra quattro squadre, che sarà una guerra, è auspicabile arrivare fra le prime otto, così da avere meno patemi d’animo. Certo se uno sta sempre davanti il dubbio non ce l’ha mai, se combatte sulla linea di confine sta sempre lì, col fiato sospeso, a dire “ce la faccio…, non ce la faccio”. Ecco, a questo punto della stagione la missione dei grigi è non cedere, superare le difficoltà e consolidare una posizione che, in estate, mai è stata messa in dubbio. Ma il campo è un’altra cosa, ed è giudice unico. Resistere in questo mese di novembre sarà oltremodo difficile, visto che tre gare su quattro sono fuori casa e tutte contro avversari di spessore. La difesa, fino a ieri una delle migliori del girone con 7 gol subìti in 9 partite, ne ha beccati 4 in una volta, mostrando, senza Viviani squalificato, limiti esagerati. E c’è pure stato l’infortunio di Cammaroto, da valutare, e l’espulsione di Sirri che salterà la prossima gara. Quindi problemi su problemi, e per uscirne bisogna stare uniti e coesi, senza sfaldarsi. Qui si vedrà la solidità della società, che non dev’essere solo economica, la fermezza dell’allenatore (se confermato), la diplomazìa del ds (al di là dei personalismi) e la professionalità dei giocatori, che in estate hanno detto “…ora tocca a noi, dobbiamo solo vincere!…”. Bene, è il momento, ragazzi: fuori le palle. (r.b.)

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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