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Alessandria –  Dopo le turbolenze societarie di novembre, dicembre e gennaio, che hanno allarmato i tifosi e fatto temere scenari già visti ad Alessandria, i Grigi hanno finalmente un presidente. La lieta novella è stata annunciata alle ore 14 di mercoledì 6 febbraio: l’uomo della provvidenza è Luca Di Masi, diventato azionista unico della società. Trentasette anni, sposato con due figli di cui uno nato poco più di un mese fa, titolare delle boutique di abbigliamento torinesi “Olympic”, Luca Di Masi è riuscito a restituire alla piazza quell’entusiasmo che è mancato all’inizio della stagione. Dopo le dimissioni dell’ex presidente Maurizio Pavignano, che a novembre ha deciso di farsi da parte, l’architetto Gianluigi Capra aveva assunto la carica di amministratore delegato e legale rappresentante: lascia anche lui, avendo ceduto le suo quote alla nuova proprietà.
L’Alessandria ora è nelle mani di Luca Di Masi, il presidente ambizioso e innamorato della squadra che i tifosi volevano. A dimostrarlo, la calda accoglienza riservatagli all’inizio di Alessandria-Forlì, prima gara casalinga dei Grigi da quando Di Masi è presidente. Prendendo la parola durante la presentazione ufficiale avvenuta giovedì 7 febbraio presso un’affollatissima sala stampa del Moccagatta, Luca Di Masi ha fatto sapere di sentirsi “nel suo ambiente”  e di aver fatto questa scelta perché innamorato dei Grigi.

 

Luca Di Masi, quando è nato il Suo amore per i Grigi?

Il colpo di fulmine ha una data ben precisa: il 9 settembre 2005, durante la trasferta di Vigevano, in serie D. Erano gli anni della presidenza di Gianni Bianchi ed ho fatto praticamente tutte le trasferte. Erano belle trasferte, indimenticabili, si muovevano centinaia di tifosi appassionati che avevano ed hanno un modo unico di tifare che mi ha fatto inevitabilmente innamorare della maglia grigia. Da allora non ho più smesso di seguire l’Alessandria.

 

Lei però si era già avvicinato al calcio?

In effetti la mia passione per il calcio risale a quando avevo cinque anni e, grazie a mio padre, sono diventato tifoso del Torino frequentando da abbonato lo stadio Comunale. Verso i vent’anni, poi, forse mosso anche dalla simpatia che lega le tifoserie di Torino ed Alessandria ho cominciato a seguire anche qualche partita dei grigi. Fino alla trasferta di Vigevano che mi ha fatto innamorare definitivamente.

 

Se l’aspettava di diventare presidente?

Ad essere sincero fin da quando avevo vent’anni il mio sogno era quello di essere presidente di una squadra di calcio, non è mai stato quello di diventare calciatore. Quindi sono felicissimo perché ho raggiunto, con un leggero anticipo rispetto alla scadenza del 2014 che mi ero prefissato, un grande obiettivo. O meglio, il mio sogno da ragazzo.

 

Quali sono i Suoi progetti nel breve termine, per quanto riguarda i Grigi?

A livello societario abbiamo progetti e ambizioni importanti, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche da quello commerciale. Sarà un progetto sul lungo termine, di una durata ultra-decennale. Nell’immediato, per quanto riguarda esclusivamente i risultanti sul campo, posso dire che l’obiettivo minimo è quello di rientrare tra le cento squadre professionistiche che dal 2015, dopo la riforma dei campionati, ci saranno in Italia. Un traguardo raggiungibile solo salendo di categoria. Proveremo a raggiungere con tutte le nostre forze questo obiettivo già quest’anno. E se non ci riusciremo quest’anno, dovremo farcela a tutti i costi l’anno prossimo.

 

Questi gli obiettivi minimi. E nel medio-lungo termine?

Il vero obiettivo sportivo è quello di salire, diciamo così, sul podio del Piemonte. Ossia, essere la terza squadra del Piemonte dopo Juve e Toro. Il raggiungimento di questo obiettivo passa necessariamente dalla serie B, che i tifosi non vedono da troppi anni. Non voglio però certo vendere fumo dicendo che lo raggiungeremo in due o tre anni. Bisogna prime costruire basi solide, sarà necessario un po’ di tempo.

 

Ha parlato di obiettivi commerciali oltre a quelli sportivi. Quali sono?

Sarà importantissimo rilanciare marketing e merchandising affinché sia renda appetibile l’immagine dell’Alessandria per qualunque tipo di partner commerciale. Inoltre dovremo riportare famiglie e giovani allo stadio attraverso iniziative che vadano oltre i novanta minuti della partita. Il Moccagatta deve tornare al tutto esaurito, bisogna fare in modo che anche i tifosi più tiepidi si riavvicinino alla squadra e tornino allo stadio. Per permettere questo seguirò i Grigi da vicino, facendo il pendolare da Torino tre o quattro volte a settimana per raggiungere il Moccagatta, stadio storico e glorioso, amato dai tifosi.

 

Pensa che sarà lo stadio anche del futuro?

Vedere il Moccagatta per me è come essere a casa. Da tifoso inoltre non avevo mai provato il privilegio della sensazione di vedere gli spogliatoi e i meandri dello stadio, compresa la lavanderia. Ci sono stadi in serie B che sono inferiori come capienza e strutture, quindi non vedo perché l’impianto del Moccagatta non possa essere idoneo alla serie B.

 

Ha parlato di podio piemontese. Sono possibili collaborazioni con Juve e Toro?

Dirigenti e giocatori delle due squadre torinesi sono clienti Olympic. Conosco tutti molto bene.

 

Torniamo all’Alessandria. Che impressione le ha fatto la squadra?

Ho avuto colloqui sia con il ds Menegatti sia con l’allenatore Cusatis e tutti i giocatori. Mi sono sembrati motivati, convinti dei propri mezzi e delle proprie possibilità.

 

Riccardo Ghezzi

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