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I fatti ci riabilitano, a quasi 4 anni di distanza. Ricordate il settembre 2010, quando l’allora giovanissimo portiere del Gubbio di Gigi Simoni, Eugenio Lamanna, proprio con la visuale del ‘Mocca’ che c’è in foto, fu colpito con un pugno al volto un’ora dopo la fine della partita? Bene. Sembra che i fatti, adesso, riabilitino Alessandria. Ovviamente sul colpo non c’erano dubbi, perché le interviste TV che gli  fecero nei giorni successivi mostravano chiaramente l’occhio nero. Ma i media nazionali si scatenarono contro la città, dicendone di cotte e di crude sul nostro modo di essere tifosi, sull’ospitalità, sulla violenza, sulla sportività, dando ragione a priori a Lamanna. Che, allora, sporse denuncia per il fatto contro Omar Sanna, uno degli ultras grigi. Ora va detto che, qualche settimana fa, la giustizia italiana, con i suoi tempi, ha messo un punto alla vicenda: in primo grado il Sanna è stato assolto per non aver commesso il fatto, mentre pare che, come hanno scritto i giornali, Cosma Lamanna, padre del giocatore colpito, sia indagato per falsa testimonianza. Bene. Da allora di Sanna non si è parlato più, ma di Cosma Lamanna sì. Giovedì scorso, 17 aprile, durante Spezia-Siena, il focoso signore, in tribuna al ‘Picco’ per seguire il figlio (ora portiere dei toscani) ha sferrato un pugno al volto di un funzionario della Provincia ligure, lasciandolo steso tra i seggiolini della tribuna col naso sanguinante. La cronaca del fatto è stata riportata dai quotidiani sportivi nazionali e da Televideo, e si è conclusa con il DASPO per il sig. Lamanna. Forse, allora, bisogna rivedere tutto da un altro punto di vista, perchè 3 indizi fanno una prova e qui siamo a 2… ma non servirà. Se è vero, infatti, che giustizia è stata fatta, per l’uno e per l’altro, chi riparerà i danni fatti con lo sproloquio sulla nostra città? Nessuno, perché oggi si parla, si scrive, si spia, e poi si dimentica. Ma forse Lamanna padre, quando vedrà suo figlio in TV invece che dalla tribuna, qualcosa ricorderà.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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