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La Commissione Europea corre ai ripari dopo lo scandalo Snowden e il Datagate

Diritto all’oblio al centro della normativa, privacy e conservazione dei dati

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Lo scandalo suscitato dalla scoperta di PRISM, il programma di sorveglianza delle informazioni raccolte su Internet disposto dalla NSA (National Security Agency), con le rivelazioni di Edward Snowden a “The Guardian” e a “The Washington Post” ha coinvolto anche le relazioni tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea, con quest’ultima che accusa gli alleati di gravi violazioni della privacy dei cittadini europei. Ma come viene regolata la protezione dei dati personali in Europa?
Ad oggi sono tre le direttive che mettono ordine in questa delicata materia: la Data Protection (95/46/EC) sulla protezione dei dati personali e libertà di movimento degli stessi, la E-Privacy (2002/58/EC) sulla privacy e sulle comunicazioni elettroniche (in molte parti emendata dalla direttiva 2009/136/EC) e la Data Retention (2006/24/EC) sulla conservazione dei dati ottenuti con la fornitura di servizi pubblici di comunicazione elettronica o di reti pubbliche di comunicazione. Il 25/1/2012 la Commissione Europea, nella persona del vicepresidente Viviane Reding, ha proposto una nuova regolamentazione sulla protezione dei dati personali che vada a superare la direttiva del 1995, da approvare entro la fine del 2013: tra i punti salienti, l’istituzione del “diritto all’oblio” (i cittadini possono cioè richiedere che certi dati possano essere eliminati dalla memoria storica di Internet).

 

Stefano Summa

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