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Qualche settimana fa fece scalpore un’intervista rilasciata dall’Amministratore Delegato di Opel Italia, Roberto Matteucci, il quale evocava la scomparsa dei venditori e l’ascesa degli “assistenti digitali”: è lecito chiedersi, ai tempi del digitale, che fine faranno, infatti, i professionisti della vendita. E più ancora, che fine faranno tutti quei professionisti che la Rete in qualche modo disintermedia?
L’intervista citata diede la scossa ad una duplice sollecitazione: alle aziende trasmise l’idea che un sito non deve essere una vetrina, semmai un negozio vero e proprio, un ambiente in cui consentire ai clienti non solo di osservare prodotti e servizi, ma rivolgere domande e ricevere assistenza, entrare in contatto con l’impresa e riceverne in cambio una ampia disponibilità al dialogo.
Nello stesso tempo, chi oggi si occupa di relazioni commerciali deve guardare alla Rete non come un nemico, ma come un alleato dove il proprio “brand” personale deve emergere come un marchio affidabile e distintivo, capace di essere trovato in Rete e preferito da parte dei propri interlocutori attuali e potenziali.
Cosa si trova di noi quando veniamo cercati su Google? Nulla? Non è una buona notizia che non si trovi alcunchè: occorre che le persone possano trovarci all’interno di contesti dove possiamo gestire la nostra comunicazione personale e professionale. Ed allora il profilo LinkedIn – che oggi ha quasi 6 milioni di italiani iscritti – deve essere curato come gli altri spazi sociali mentre la stessa presenza su Facebook non deve essere utilizzata in modo tale da trasmettere messaggi inappropriati o contradditori.
Facebook infatti – offrendo la possibilità di dividere gli amici in cerchie per indirizzare solo ad alcuni la comunicazione di ciascuno dei nostri aggiornamenti – può essere pensato come uno strumento di “personal branding” ospitando anche relazioni professionali per poterle portare su un piano di maggior continuità e calore. Per poter passare dal piano formale al piano della fiducia e così far risaltare il valore aggiunto della propria personalità e della propria competenza.
Quest’uso della Rete non sostituisce e non snatura il valore del contatto persona, anzi: lo agevola e lo rafforza, lo rende più continuo: così come un tempo ci affidavamo al passaparola e alle conoscenze personali, anche oggi usiamo il digitale a supporto del passaparola, come un modo per farci trovare e preferire dalle relazioni personali acquisite e potenziali che più facilmente sono tenute anche attraverso Facebook e gli altri social media.
Non si tratta di spostare sul piano digitale un rapporto personale, ma di avvarlersi di questi strumenti per valorizzare la nostra immagine, per consolidare le nostre relazioni e trasmettere con autenticità la fiducia di cui possiamo essere accreditati.
Internet non è un un gadget o un ambito a cui ci si affida solo per ragioni aziendali o personali: la Rete è un’opportunità di informazione e di comunicazione professionale.

Andrea Boscaro
The Vortex

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