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La BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) è una malattia cronica irreversibile che evolve verso stadi di maggiore gravità se non si eliminano i principali fattori di rischio (il principale il fumo). Gabriele Ferretti, Direttore Pneumologia spiega: “Le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità indicano che nel 2020 la sola BPCO sarà la terza causa di morte nel mondo: le prospettive future prevedono un ulteriore incremento della prevalenza per l’aumento dell’età media della popolazione e per le conseguenze della diffusione dell’abitudine al fumo. Alla sottodiagnosi e sottotrattamento negli stadi iniziali della malattia, si aggiunge spesso lo stesso fenomeno negli stadi medio-gravi, nei quali spesso la diagnosi viene posta in occasione di una riacutizzazione che ha portato al ricovero in ospedale”.
Ecco perché l’Azienda Ospedaliera ha attivato un progetto specifico, sponsorizzato da Novartis, che vede anche la definizione del percorso affinchè sia il più chiaro possibile al proprio interno, con il Pronto Soccorso (diretto da Ivo Casagranda), la Pneumologia (diretta da Gabriele Ferretti) e la Riabilitazione Cardiorespiratoria (responsabile Ennio Mantellini) per definire il flusso dei pazienti e dare loro risposte certe.

L’Azienda ha operato nel corso dell’anno per certificare il percorso diagnostico terapeutico assistenziale, che ha visto il 18 dicembre la verifica ispettiva di un ente esterno per accertare la bontà di quanto realizzato. Ma la novità più qualificante, come sottolineato anche nel rapporto dell’ente certificatore, è l’interazione con il territorio, intesa sia con i medici di medicina generale che con l’assistenza territoriale.
L’Azienda, infatti, ha attivato un tavolo di lavoro con l’ASL AL allo scopo di definire il percorso anche a valle e monte di quanto svolto al proprio interno per la corretta gestione del paziente nella fase di reclutamento, la più corretta diagnosi anche da parte del medico di famiglia e affinchè sia indirizzato verso il percorso più idoneo, anche nella fase non acuta. Il compito dell’Azienda Ospedaliera è quello di gestire la fase acuta e fornire una risposta specialistica: per evitare acutizzazioni o riammissioni ospedaliere la sinergia con il territorio è quindi fondamentale. Perciò a partire dai dati del Piano Nazionale Esiti di AGENAS, si è lavorato per individuare le criticità e il gruppo di lavoro ASO-ASL AL ha predisposto una risposta che vede un ruolo rilevante nella “Centrale Operativa” dell’ASL AL che opera in stretta sinergia con i professionisti dell’Azienda Ospedaliera, avendo condiviso i criteri di appropriatezza prescrittiva e le modalità di gestione del paziente.

Nicola Giorgione, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera, dichiara: “Consolidiamo l’obiettivo di lavorare per percorsi che vedono il paziente al centro del flusso e che integrano le diverse professionalità. Qui siamo di fronte ad un esempio di sinergia con il territorio, con il quale sono stati aperti anche altri tavoli di lavoro, per la gestione di una patologia tra le principali cause di morte e che mette in gioco molti attori. La certificazione, come non ci stanchiamo mai di dire, rappresenta uno strumento per superare l’autoreferenzialità e farci valutare dall’esterno”.
Il Direttore Generale dell’ASL AL Paolo Marforio conferma l’importanza della condivisione degli obiettivi tra le due aziende e lo sviluppo di percorsi che consentiranno la migliore pratica assistenziale sia in fase acuta sia in fase cronica.

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