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zapping-news-sfogliaIntervista a Franco Piavoli, regista “senza parole”

Immagini e suoni

“È un bene che tutti possano far cinema”

Franco Piavoli alla Festa del Pensiero: un regista a tratti visionario, prestigioso, le cui opere segnano il cinema e la sua storia. Basti pensare a “Il pianeta azzurro”, lungometraggio d’esordio premiato a Venezia, a Poitiers, a Saint Vincent, Nastro d’Argento 1983, e poi la suggestione di “Nostos – Il Ritorno” come un novello Ulisse nel viaggio della vita.
Con Piavoli parlano le immagini e i suoni in una ricerca dei sensi primordiali come linguaggio destrutturato ma istintivo e i sensi come una tabula rasa del pensiero possono iniziare ad esso, in maniera nuova, incontaminata.
Al telefono il maestro Piavoli ci dice: “Una festa del pensiero, un’iniziativa filosofica è lodevole in un panorama dove sulla scena chi fa la prima donna è l’economia”. Il legame tra filosofia, pensiero e cinema è forte, seppur si tratti di un’arte di immagini, presuppone sempre un pensiero. “Oggi la cinematografia – dice Piavoli – guarda all’economia, all’industria degli incassi e la produzione dei film è improntata sull’ amplificare l’ansia, la paura dell’uomo moderno che si identifica e va a costituire quel pubblico numeroso e manovrabile”.
Il maestro Piavoli è un esploratore e in cantiere sta sperimentando la tecnologia digitale che vede come un processo di democratizzazione :“È un bene – afferma – che tutti possano fare cinema” ma non tutti vi riescono (ndr) almeno non come Piavoli, osservatore dei comportamenti umani, della natura proprio come un filosofo. Attraverso i tempi, le sequenze, il montaggio, quelle osservazioni e quelle immagini assumono una sostanza, un noumeno al di là del fenomeno e diventano opera cinematografica.
Appuntamento con il maestro Piavoli sabato 19 alle ore 21 presso l’Associazione Cultura e Sviluppo in piazza De Andrè 75 con la tavola rotonda “L’alfabeto perduto della realtà” e la proiezione di “Nostos – il ritorno” di Piavoli e, a seguire, “Habitat” di Casazza e Ferri.
Interverranno anche Claudio Casazza, Luca Ferri e l’evento sarà curato dall’associazione La Voce della Luna in collaborazione con il circolo Adelio Ferrero.
Fausta Dal Monte

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È una questione di sguardo nella meravigliosa ambiguità di chi osserva

L’alfabeto perduto della realtà

Le radici del cielo, le radici del cinema: visioni, parole, emozioni condivise

Le radici del cielo”: un film di John Houston, lontano 1958, con Trevor Howard e, pensate, niente meno che Orson Welles. La storia di un uomo, Morel, che lotta fino in fondo, fino alle estreme conseguenze, per il diritto degli elefanti (siamo nell’Africa equatoriale) a non venire braccati e uccisi. Forse mi balza alla memoria questo titolo per pura e semplice assonanza, ma forse c’è qualcosa di cielo e di radici anche in questa storia…E poi, “I cancelli del cielo”, il prepotente fiasco, almeno all’inizio, di un Michael Cimino targato anni ottanta, un western ambizioso sulla lotta tra i proprietari terrieri del Wyoming e gli immigrati europei arrivati a fine ottocento, che si cercavano uno spazio di vita in terra straniera…le radici, sempre. E il cielo, i cieli sterminati americani; i cieli e i fondali, gli abissi dei cosmonauti stellari ricostruiti da tanto cinema. Le scritte, i titoli che lo spazio profondo inghiotte negli incipit di “Star Wars”.
Rodolfo Valentino, ombra seduttiva e misteriosa; le porte sghembe e il Vampiro dai lunghi artigli dell’Espressionismo tedesco, muta minaccia per una società al tracollo; i trucchi di Méliès, il viaggio sulla luna, i grandi affreschi griffithiani di un’America appena nata; le biciclette che scivolano sull’asfalto nel film di De Sica, la corsa urlante e tragica della Magnani nella Roma di Rossellini.
Per me bambina, le radici del cielo e del cinema sono state una bici che passava sulla luna, un bambino e un piccolo, rugoso alieno nascosto in un lenzuolo. Poi, nel tempo, altre immagini, altri cieli e radici. I luminosi orrori delle stanze “Overlook” kubrickiane, il monolito, il viaggio allucinatorio oltre l’infinito; il rasoio bunueliano che seziona un occhio di donna, l’occhio vitreo di Marion in “Psycho”, che sembra venire risucchiato nel movimento a spirale della macchina da presa, dell’acqua nello scarico della doccia.
Il cinema è una questione di sguardo: perché le sue radici stanno, per me, nell’atto del guardare, nella meravigliosa ambiguità della visione. Il cinema è una questione di sguardi e di punti di vista sul mondo, sull’uomo: sul “dentro”, che viene a fondare ciò che si manifesta al di fuori, nella concretezza della terra, nell’utopia degli orizzonti.
Per Edgar Reitz le radici del cielo e del cinema si trovano lungo la strada che conduce al proprio villaggio natale, ma anche nei luoghi in cui ognuno di noi sceglie di edificare la propria nuova ‘Heimat’, la patria che non ci ha visti nascere, ma che viviamo come nostra; per Wenders le radici sono Berlino e il suo cielo, e le essenze immateriali che lo abitano; per Ermanno Olmi e Franco Piavoli il cielo e la terra si confondono, e gli uomini sono lì, sospesi tra i due, cercando radici…«Mangio radici, perché le radici sono importanti», ci ricorda la ‘santa’ de “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino.
Credo che il cinema, negli ultimi decenni, si vada davvero sempre più qualificando come “l’alfabeto perduto della realtà” (o forse così è sempre stato, dalla sua nascita): definizione che Tullio Kezich diede, non a caso, proprio dell’opera di Piavoli.
Nello spazio composito della Festa del pensiero, La voce della luna vorrebbe provare a ricercarlo, questo alfabeto perduto. Attraverso le parole dei relatori e degli ospiti che amano il cinema e che, spesso, l’hanno reso elemento fondante delle proprie vite: filtrato dalle immagini dei film, condivise nel piacere dell’occhio, del pensiero e dello spirito con chiunque passerà, in quei momenti, dalle nostre parti. Un alfabeto perduto che si ricerca anche fuori, all’esterno della sala cinematografica, e che si lega, con le sue lettere da ritrovare, agli altri fili che si intrecceranno, che tesseremo insieme. Perché il cinema è un linguaggio e un’arte che non deve rimanere alfabeto di pochi, privilegio esclusivo di chi già lo conosce e lo ama. Il cinema è nato come intrattenimento, spettacolo popolare, condivisione di fantasmagorie, oppure specchio di frammenti di realtà. Così vorrei che fosse, cercare le radici del cinema (e del cielo) nel corso della Festa del pensiero: un condividere visioni, parole, soprattutto emozioni, riprovando quel brivido antico che coglieva gli spettatori quando il cinema era bambino, scostando un tendone da fiera, rapiti dalla bellezza di un mondo illusorio e così stra-ordinariamente reale.

Barbara Rossi

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LE-RADICI-DEL-CIELO-PERCORSO-NERO-TITOLO

LE-RADICI-DEL-CIELO-PERCORSO-NERO-CINEMA

 

Giovedì 17 settembre

h. 10.00/13.00 Cinema Teatro Alessandrino, via Verdi 12 (1)
Apertura della Festa: Le radici del pensiero e il pensiero delle radici

Apertura del percorso nero: Le ombre del pensiero
Le radici del cinema. Conoscere tra terra e cielo.
Evento aperto agli studenti di tutte le scuole superiori Conversazione tra Francesca Brignoli, studiosa di cinema, e Roberto Lasagna, Presidente del Circolo Adelio Ferrero. Modera l’incontro Barbara Rossi. A seguire Francesca Brignoli introduce la proiezione di Galileo di Liliana Cavani. A cura di Associazione La Voce della Luna, in collaborazione con il Circolo Adelio Ferrero

h. 21.30 Cinema Teatro Alessandrino, via Verdi 12 (1)
La luna e le radici.
Incontro con il regista Davide Ferrario e proiezione de La luna su Torino. A cura di Associazione La Voce della Luna, in collaborazione con Circolo Adelio Ferrero (ingresso € 5.00)

Venerdì 18 settembre

h. 21.00 Assocazione Cultura e Sviluppo, p.zza De André 75 (2)
Tra cielo e memoria.
Proiezione di Se chiudo gli occhi non sono più qui di Vittorio Moroni e dibattito su adolescenza, radici e nuove identità con Patrizia Farello, Roberto Foco e Barbara Rossi. A cura di Associazione La Voce della Luna, in collaborazione con l’Associazione Il Porcospino

Sabato 19 settembre

h.11.00/12.00 Museo Etnografico “C’era una volta”,
piazza della Gambarina 1 (3)
Il cinema e le radici della mente.
Intervento con proiezioni di Ignazio Senatore, psicoterapeuta
Moderano l’incontro Pierpaolo Pracca e Barbara Rossi (Associazione La Voce della Luna)

h. 21.00 Associazione Cultura e Sviluppo, piazza De André 75 (2)
L’alfabeto perduto della realtà.
Incontro con Franco Piavoli, regista e documentarista. Proiezione dei film Nostos – il ritorno di Piavoli e, a seguire, Habitat di Casazza e Ferri.
Intervengono anche Claudio Casazza, Luca Ferri e l’evento sarà curato dall’Associazione La Voce della Luna in collaborazione con il circolo Adelio Ferrero

domenica 20 settembre

h. 18.00 Libreria Fissore,
cortile di via Savonarola (4)
L’altra metà del cielo: Anna Magnani e le altre. Conversazione tra Patrizia Ferrando, giornalista, Carla Vistarini, sceneggiatrice, e Barbara Rossi, autrice del libro Anna Magnani. Un’attrice dai mille volti tra Roma e Hollywood

h. 21.00 Libreria Fissore
(cortile di via Savonarola) (4)
Radici di cinema e parole.
Conversazione con Carla Vistarini
Sceneggiatrice e autrice del romanzo Se ho paura prendimi per mano. Conduce l’incontro Barbara Rossi (Associazione La Voce della Luna). Letture a cura di Benedetta Pallavidino

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