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Si è spento questa notte in una clinica di Città del Messico, lo scrittore colombiano Gabriel Garcìa Marquez, aveva 87 anni.

Giornalista e scrittore di fama internazionale, uno degli esponenti più illustri della prosa sudamericana, poeta della solitudine e miglior penna della corrente del realismo magico, fu insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1982.

Il suo capolavoro Cent’anni di solitudine, è stato votato come seconda opera più importante mai scritta in lingua spagnola, dietro solo a Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes.

Nel corso degli anni Sessanta visita Cuba, dove conosce Che Guevara e Fidel Castro, stringendo con quest’ultimo un’amicizia che gli costerà qualche noia in futuro, tra cui la perdita del diritto di residenza negli USA.

Tra gli Ottanta e i Novanta rientra nel suo paese, la Colombia insanguinata dalle guerre tra governo , narcotrafficanti e gruppi paramilitari rivoluzionari come le FARC: Marquez si porrà sempre come mediatore tra le parti per raggiungere la pace.

Nel 1999 gli viene diagnosticato un cancro linfatico, e successivamente una sorta di demenza senile che comprometterà la sua memoria impedendoli di scrivere.

Undici romanzi per uno scrittore che con la sua prosa ha emozionato milioni di scrittori nel Mondo.

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