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Saranno destinati “al mangiare” circa 100 euro dello sconto Irpef previsto a favore dei più poveri: è quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat che stimano in 714 euro il guadagno medio annuo dello sconto Irpef previsto dal Governo per le famiglie più povere.
Per effetto della crisi economica e della perdita di lavoro si sta registrando, infatti, un aumento esponenziale degli italiani senza risorse sufficienti neanche a sfamarsi: una situazione drammatica che rappresenta la punta di un iceberg delle difficoltà che incontrano molte famiglie italiane nel momento di fare la spesa.
“L’effetto più eclatante della riduzione del potere di acquisto degli italiani è il taglio nei consumi alimentari che sono tornati indietro di oltre 30 anni – hanno affermato il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni – ma a cambiare è stata anche la composizione della spesa che, per effetto della crisi, ha costretto le famiglie ad una profonda spending review con pesanti conseguenze sulle imprese del settore”.

Oggi, secondo l’Istat, ben il 16,6 per cento degli italiani non può neanche permettersi un pasto con un contenuto proteico adeguato almeno una volta ogni due giorni: nel 2013 i consumi alimentari sono diminuiti del 3,1 per cento, sempre secondo l’Istat, perchè con il calo del potere di acquisto le famiglie italiane hanno tagliato dal pesce fresco (-20 per cento) alla pasta (-9 per cento), dal latte (-8 per cento) all’olio di oliva extravergine (-6 per cento) dall’ortofrutta (-3 per cento) alla carne (-2 per cento) mentre aumentano solo le uova (+2 per cento), sulla base dell’analisi della Coldiretti su dati Ismea relativi ai primi undici mesi.
“Ricordiamo che la spesa alimentare è la seconda voce del bilancio familiare dopo la casa con i  consumi per abitante in alimentari e bevande a valori concatenati che – sottolineano Paravidino e Moroni – hanno continuato a diminuire nel 2014 dopo che lo scorso anno sono scesi ad appena 1683 euro all’anno e  bisogna tornare al lontano 1981 per trovare un valore più basso”.

Una situazione che sta facendo registrare il crollo delle vendite nei piccoli negozi. Un fenomeno che prosegue il trend negativo fatto segnare nel 2013, con un calo delle vendita del 3 per cento e che sta portando alla chiusura di molti punti vendita tradizionali che, oltre ad effetti economici ed occupazionali, determina un impatto negativo legato alla riduzione dei servizi di prossimità, ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell’intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale dei centri urbani.

“Un andamento contrastato solo – precisano Paravidino e Moroni – dall’andamento positivo dei mercati degli agricoltori di Campagna Amica che sempre più frequentemente trovano spazio nei centri delle città e contribuiscono a mantenere vivo il tessuto economico e sociale”. Siamo di fronte agli effetti della crisi che porta a dire addio al negozio di fiducia con quasi la metà  degli italiani (47%) si reca in diversi esercizi commerciali per acquistare il prodotto che cerca dove costa meno, magari aiutati da internet e volantini sui quali è guerra nel pubblicizzare offerte speciali e sconti”.
Infatti, secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, il 71 per cento dei consumatori dichiara di confrontare con più attenzione rispetto al passato i prezzi.

Gli italiani, insomma, sono costretti a trasformarsi in veri detective della spesa: il 62 per cento va a caccia delle offerte speciali 3 per 2 e degli sconti e il 42 per cento cerca sempre e comunque i prodotti che costano meno.
Le difficoltà economiche hanno costretto molti italiani a tagliare la spesa alimentare e a preferire l’acquisto di alimenti più economici prodotti spesso a prezzi troppo bassi per essere sinceri, che rischiano di avere un impatto sulla salute.

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