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Sito a Bomarzo, nella provincia di Viterbo, il Parco dei Mostri è un complesso monumentale incastonato alle pendici di un vero e proprio anfiteatro naturale. Il parco, progettato attorno alla seconda metà del Cinquecento dall’architetto Pirro Ligorio, è caratterizzato da grandi statue e sculture, i cosiddetti Mostri, che integrandosi perfettamente con la natura donano al luogo un’aura magica. La realizzazione delle sculture fu affidata al Simone Moschino, mentre il committente dell’opera fu Pier Francesco Orsini, che in origine chiamò il parco Sacro Bosco e lo dedicò a sua moglie; alcune opere sono caratterizzate da un architettura visionaria ed enigmatica, accompagnate da iscrizioni che riconducono ad una matrice alchemica.

vitervo giardini

Le statue più caratteristiche sono l’orco, nella cui bocca vi è stata ricavata una piccola stanza, la casa pendente, inclinata di circa 30 gradi ed un maestoso elefante attrezzato da battaglia che solleva con la proboscide un guerriero. Verso la fine del percorso, presso la cosiddetta panca etrusca, un’iscrizione esprime in versi l’anima del Santo Bosco: “voi che pel mondo gite errando vaghi-di veder meraviglie alte et stvpende- venite qva dove son facce horrende- elefanti leoni orsi orche et draghi”.

Per chi volesse continuare a scoprire le meraviglie architettoniche in provincia di Viterbo non lontana da Bomarzo una tappa obbligata è Villa Lante. Villa Lante, la cui ideazione è attribuita al genio di Jacopo Barozzi da Vignola, possiede uno dei giardini più belli della penisola e nel 2011 è stata votata “Parco più bello d’Italia”. L’opera, riconducibile a metà Cinquecento, presenta una curiosità che la rende unica nel suo genere: non vi è alcuna villa ed il parco occupa buona parte della metratura totale dell’appezzamento. I due edifici abitabili del complesso sono due casolari, detti casini, pressoché identici anche se costruiti da proprietari differenti ed in periodi differenti: entrambi gli edifici sono stati commissionati da esponenti di spicco del clero, il cardinale Gambara ed il cardinale Montalto. I due casini sono impreziositi da affreschi differenti nello stile: pittura paesaggistica nel Gambara, e stile classico nel Montalto, il cui ambiente principale è decorato con una combinazione d’affreschi che culminano in un trompe l’oeil. Il giardino costituisce l’attrazione principale: un intreccio di sculture e siepi di bosso arricchisce l’ampio e curatissimo prato, dominato dall’azzurro riverberato dei laghetti, delle fontane e dei numerosi giochi d’acqua. Il labirinto di siepi e la Fontana del Diluvio rappresentano le attrazioni principali: la monumentale opera idrica fa scendere le sue acque gorgogliando e scrosciando tra rocce, caverne e vegetazione, immortalando una perfetta simbiosi tra uomo e natura intrecciate nell’armonia del cosmo.

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