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In Germania, Austria e Svizzera le festività iniziano l’11 novembre con San Martino di Tours e con San Nicola il 6 dicembre

La tradizione della Posada in Messico e in Catalogna il Tiò de Nadal

Abituati come siamo alla globalizzazione e all’idea che tutto il mondo, perlomeno l’Occidente, sia ormai indistinguibile, sorprende scoprire come tradizioni locali esistano ancora e siano preservate per i posteri. Quest’assunto è ancor di più valido a proposito delle tradizioni natalizie.
In Germania, Austria e Svizzera, le festività natalizie iniziano in anticipo rispetto agli altri paesi, precisamente l’11 novembre. In quel giorno, infatti, si festeggia San Martino di Tours, uomo dall’estrema generosità che lasciò l’esercito romano per donare tutti i suoi averi agli indigenti. Per celebrarlo, i bambini partecipano a processioni, nel corso delle quali imbracciano delle fiaccole, da loro create per l’occasione. In questo modo, è illuminata la strada al santo. Le feste per i più piccoli proseguono il 6 dicembre con l’arrivo di San Nicola, portatore di cioccolatini e dolci di pane speziato.
NATALE-NEL-MONDO-02I bambini sono nuovamente protagonisti in Messico, in occasione delle “posadas”, che durano 9 giorni (dal 16 al 24 dicembre), tanti quanti i mesi di gestazione della Madonna. Rifacendosi all’episodio, narrato nel Vangelo di Luca, della ricerca di un alloggio (“posada”) da parte di Maria e Giuseppe lungo la strada verso Betlemme, bimbi diversamente acconciati (alcuni da angeli, con vestiti dorati e argentati, altri da Maria e Giuseppe) si avviano dopo il crepuscolo alla ricerca di un luogo dove potersi fermare, portando con sé effigi sacre e candele. Il “posadero”, cioè il locandiere (solitamente interpretato dal parrocchiano del luogo) inizialmente si rifiuta di accoglierli, poi cambia idea e li accoglie nella sua dimora. Dopo una breve cerimonia, inizia la festa popolare vera e propria, in cui si assiste alla rottura della “piñata”, una brocca a forma di stella cometa, da parte di un bambino bendato. Da essa fuoriescono caramelle, giocattoli, monete e frutti.
In Catalogna spopolano due personaggi molto particolari, con pittoresche accezioni escatologiche. Tiò de Nadal è un tronchetto d’albero, con sembianze vagamente antropomorfe, coperto da un panno al centro della casa. Il giorno di Natale, i bimbi sono invitati a colpirlo ripetutamente, al fine di fargli “defecare” dolciumi vari, messi dai genitori sotto la coperta dopo aver fatto allontanare momentaneamente i propri figli. Proseguendo sulla medesima falsariga, il Caganer non richiede approfondite descrizioni per essere compreso: si tratta di una statuetta del presepe in cui è raffigurata una persona intenta a espletare i propri bisogni. Visto come un buon auspicio di fertilità, vede come protagonisti non solo comuni individui ma anche note celebrità spagnole, una pratica assimilabile a quella nota dei presepi napoletani.

Stefano Summa

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Natale in Oriente

Forse non viene subito spontaneo pensare al Pakistan in tempo natalizio ma venti milioni di cristiani in quel Paese a prevalenza mussulmana celebrano la Natività nonostante la persecuzione da parte talebana. Non più tardi del 25 dicembre 2013 un altro massacro di cattolici, all’uscita dalla Santa Messa, per l’ennesima voltav ha seminato il terrore nella comunità cattolica ma, anche quest’anno, come ogni anno, da Islamabad a Lahore, i fedeli pregano in chiese addobbate a festa e, nell’intimità di ogni casa, un piccolo abete viene decorato con poco sfarzo ma tanto sentimento religioso. La nascita di Cristo è particolarmente importante anche per gli islamici che considerano Cristo un profeta ed hanno una grande venerazione per Maria ma anche perchè la tradizione celebra la nascita di un maschietto come un evento di eccezionale importanza. Il folklore locale aggiunge alle feste, colori e sapori diversi dai nostri. Le ragazze indossano il loro salwar kameez più colorato e si adornano con bracciali e collane d’oro mentre le loro mani sono decorate con il mehindi mentre i ragazzi vanno di casa in casa cantando e ballando il Baragarah e il Ludi, tipiche danze pachistane. Anche nella vicina India il 2% della popolazione celebra questo momento sacro con spettacolari cerimonie a cui prendono parte anche gli elefanti con i coloratissimi baldacchini dipinti a mano; nei centri commerciali vengono riprodotti i tipici elementi natalizi dell’abete e dei Babbo Natale a cui vengono aggiunti elementi locali come foglie di banani e manghi e stelle di Natale dalle dimensioni gigantesche mentre il clima invita a vivere questo momento più sulle spiagge che pensando al freddo del Polo Nord.

 

Sagida Syed

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