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Repressione, censura e povertà a un anno dalla morte di Chavez

Nel Paese mancano i generi di prima necessità e i farmaci

IIl 5 marzo, a un anno dalla morte del ex presidente Hugo Chavez, il potere si trova nelle mani del suo pupillo Nicolas Maduro, eletto presidente con un discutibile 50,75% di voti contro il 48,95% dell’opposizione. Da allora il paese è precipitato in un caos che sommerge tutte le classi sociali del paese (chavisti e oppositori).
Penuria: semplicemente non si trovano alimenti basici come farina, pollo, latte, zucchero e medicine per diabetici e ipertesi, non c’è carta di nessun tipo, nè igienica nè per la stampa dei giornali. La lista è infinita.
Svalutazione: la moneta venezuelana (Bolivar) è stata svalutata più del 56% nell’ultimo anno, portando il paese ad essere uno dei paesi con la moneta più cara in tutto il mondo, questo inevitabilmente si trasforma in un costo più caro della vita.
Controllo monetario: dal 2003 l’ex presidente Chavez ha implementato un controllo del cambio sulla moneta locale, in poche parole, non può essere cambiata per moneta estera e visto che in Venezuela si importa gran parte di quello che si consuma, inevitabilmente si cade in un problema di penuria. Quando questo accade è automatico che si crei un mercato parallelo nel quale la moneta estera acquisisce un valore fino a 10 volte il valore dichiarato.
Censura: non esiste libertà d’espressione, se scrivi o parli male del regime ti sanzionano e se continui ti arrestano.
Rivolta: il popolo venezuelano non ce la fa più e ha sentito la necessità di protestare pacificamente. Milioni di persone riempiono le strade della capitale (Caracas) e delle più importanti città del paese chiedendo le dimissioni di Maduro. Gli studenti (che sono i più coraggiosi) bloccano le strade e il governo usa la Guardia Nacional per attaccare loro con bombe lacrimogene, idranti, manganelli e nel peggiore dei casi con arme da fuoco, pistole, fucili e carro armati, in alcune occasioni hanno volato raso terra con i caccia russi per intimidire. In questi attacchi contro la popolazione si notano anche i “colectivos”, gruppi armati e simpatizzanti del governo, che insieme alla Guardia attaccano i manifestanti.
Quello che più indigna è l’atteggiamento dei governi vicini che non si pronunciano al riguardo, da quando il regime socialista è al potere questi paesi hanno ricevuto tantissimi benefici derivanti dalla vendita del petrolio venezuelano.

Ricardo Nottola

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