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È davvero bastata solo la foto del piccolo Aylan per far cambiare idea all’Europa sul tema immigrazione? Davvero di colpo siamo diventati tutti “buonisti” e pronti ad accogliere in massa coloro che scappano da fame e conflitti? Credo proprio di no. E la certezza mi viene data dalle parole e dalle azioni del governo ungherese, deciso a terminare entro il 15 settembre la costruzione del muro al confine con la Serbia, appoggiato dai governi di Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia, decisi a formare un fronte comune anti-immigrazione.
Sicuramente le parole della Merkel hanno disteso il clima politico all’interno della UE, togliendo un peso dalle spalle di Paesi come Italia e Grecia incapaci di far fronte da soli a questo problema. Ma bisogna sottolineare che la Cancelliera ha parlato esclusivamente di siriani, e cioè di immigrati di “classe A”, essendo la maggior parte di essi laureati e quindi appetibili anche per i lavori del terzo settore (la linea della Cancelliera è stata leggermente corretta dal suo vice, che ha parlato di una Germania forte e in grado di accogliere 500mila migranti l’anno per diversi anni, senza far distinzioni sul Paese di provenienza).
Ma al di fuori della Germania poco si muove: l’Inghilterra, con il Premier David Cameron ha fatto sapere di voler accettare le richieste d’asilo di 4000 siriani, un numero esiguo e ridicolo, buono solo per i lanci d’agenzia, mentre in Finlandia il primo ministro ha fatto sapere di essere disposto ad accogliere a casa sua i migranti, altra boutade in stile cameroniana, ottima per raccogliere voti, ma inutile a fine umanitario.
E in Italia? In Italia niente da fare, si continua a discutere tra “Bestie” e “Vermi”…

Davide Ravan

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