dialessandria.it - no photo
dialessandria.it - no photo

Resterà negli occhi l’immagine del colpo di testa di Piccolo, al 93′, salvato sulla riga di porta da D’Errico, e resta l’amaro in bocca per non aver celebrato il 106° compleanno con la vittoria. Però la gara col Monza, alla vigilia, era una di quelle da prendere con le molle, e il campo lo ha confermato. E anche il tecnico Marcolini, alla fine, ha spiegato che “si prende il punto e va bene così. Certe partite, se non le puoi vincere, bisogna cercare di non perderle”. E’ un punto che muove la classifica e porta l’Alessandria a quota 35, confermando il sesto posto precedente, visto che la Carrarese è passata avanti mentre la Giana Erminio è rimasta alle spalle.

Il dato negativo è che l’attacco mandrogno non ha segnato. Dopo 12 partite (9 di campionato, 3 di Coppa) sempre in gol, l’Alessandria di Marcolini non ha segnato. 
Il dato positivo, invece, è che per la terza volta di fila non ha subìto reti.

Ma non c’è pausa, nè tempo per pensarci: dopodomani torna la Coppa Italia, con la gara di andata contro il Pontedera. Ci sarà da fare i conti con infortuni, squalifiche e stanchezza per apportare le varianti tattiche necessarie e schierare la formazione giusta.

LA PARTITA – In forza del ‘turnover’ per la coppa Marcolini sorprende tutti e nel 4-3-3 iniziale schiera Sciacca terzino destro, Blanchard difensore centrale, Ranieri mediano, Fischnaller centravanti e Russini esterno sinistro d’attacco. Ed è proprio quest’ultimo la bella sorpresa della serata: le sue accelerazioni-palla-al-piede creano scompiglio nella organizzatissima difesa biancorossa, anche se l’occasione da gol arriva su punizione, quando Gonzalez scheggia il palo con Liverani fermo a centro porta.
Con il Monza spesso schierato con 11 uomini dietro la palla diventa difficile trovare la porta, e quando riparte la formazione di Zaffaroni porta guai, soprattutto sugli esterni con Giudici e D’Errico, che la difesa di casa tampona in qualche modo. Nella ripresa, con l’ingresso di Bellazzini, sale il tasso tecnico della squadra e un sinistro su punizione dell’ex-Cittadella sfiora il palo col portiere di nuovo fermo. Allora Marcolini prova a vincerla inserendo Chinellato, Sestu e Celjak e passando al 4-2-3-1, ma da quel momento il Monza comanda a centrocampo e crea scompiglio a sinistra, con il bravissimo D’Errico padrone della fascia. Il muro arretrato regge, ma Vannucchi ci mette del suo per deviare una punizione in angolo. Con la forza della disperazione l’Alessandria spinge nei minuti finali e al 93′ la palla sembra dentro, ma il destino dice no. Finisce 0-0, giusto così.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.