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Imbarazzante. Tutto. Il risultato, la prestazione, la classifica. La prima panchina di Michele Marcolini è un ‘flop’, ma il nuovo tecnico grigio non ha alcuna responsabilità: ha accettato un incarico che, probabilmente, è più difficile di quanto si aspettasse.
Nemmeno due gol di vantaggio, regalati da un Piacenza pasticcione, sono bastati all’Alessandria per fare punti. E dire che, fino all’ora di gioco tutto sembrava andare per il verso giusto: l’atteggiamento della squadra mandrogna era aggressivo, propositivo, forse poco pericoloso, ma la pressione esercitata ha costretto i piacentini all’autogol di Morosini (34′). Non granché, ma per come era girata finora in stagione un po’ di fortuna sembrava giusta, e peccato per quell’occasione di Sestu tre minuti dopo.
Ma il raddoppio è arrivato ad inizio ripresa (48′) con un tiraccio di Gonzalez che Fumagalli ha deviato nella propria porta. Veniva da dire: l’Alessandria sarà messa male, ma questi sono peggio. No. Niente da fare. Il “mago di Vernasca” Franzini fa due cambi e i padroni di casa, senza nulla da perdere, aumentano il ritmo e attaccano. E l’Alessandria si scioglie.

Il Piacenza, trascinato da Corazza, fa tre gol in 23 minuti e va a vincere, i grigi sono impauriti, bloccati, confusi. Imbarazzante l’atteggiamento dei difensori alessandrini, fermi come statue, indeciso il portiere cui manca sempre qualche centimetro per arrivare sul pallone, in affanno i mediani, spariti gli attaccanti, inconsistenti i nuovi entrati.
Un disastro. Non è più Stellini, non è più Sensibile, non può essere Marcolini, non può essere Cerri. Come non era Braglia l’anno scorso. Sono i giocatori i colpevoli.
E la società li vizia troppo, anche se ultimamente un po’ meno.

Qualcuno, dopo 7 sconfitte in 15 partite, è perfino arrivato a pensare che forse sarebbe meglio retrocedere, azzerare tutti i contratti e puntare sul ripescaggio, ma è un’ipotesi azzardata. E se va male che si fa, si resta in serie D?
Le gare in calendario domani potrebbero far scivolare l’Alessandria addirittura al terzultimo posto, e meno male che non c’è la retrocessione diretta.
Martedì si torna a Piacenza per la Coppa Italia, mercoledì c’è l’inaugurazione del ‘Moccagatta’, teoricamente una gran festa per tutta la città.
Ma sportivamente, purtroppo, è il punto più basso della gestione Di Masi.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.