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Il trionfo di una squadra, 45 anni dopo. La felicità di una città, nell’anno del suo compleanno numero 850. L’emozione di un presidente che alza il primo trofeo della sua gestione con il record di presenze nel ‘nuovo’ Moccagatta: 4.800 persone.
L’Alessandria ha battuto 3-1 la Viterbese nella finale di ritorno e si porta a casa la Coppa Italia serie C, vinta nel ’72-’73 ma mai alzata per invasione di campo, consegnata l’anno dopo e poi sparita, tanti anni fa, dalla sede. Di fatto Alessandria gode per ieri e per 45 anni fa. C’era qualcuno dei vincitori di allora, a bordo campo a fine partita: l’hanno toccata, alzata, baciata, si sono fatti fotografare: la ferita è sanata.

LA PARTITA – Era difficile, e si sapeva, con la Viterbese che nulla aveva da perdere dopo lo 0-1 dell’andata. Schieramenti speculari col 4-3-3. All’inizio i grigi, con il giovane Pop in porta al posto di Vannucchi (dito rotto), sembrano un po’ contratti e nervosi e ci provano col tiro da fuori; i tusciani, invece, sono chiusi, compatti, ordinati, chiudono tutte le linee di passaggio e ripartono. Al 10′ passano: bella azione manovrata sulla destra, Vandeputte mette dentro per Di Paolantonio che tocca di prima sul palo lungo: gol! Difesa molle, Viterbese avanti 1-0, parità assoluta. Gelo al ‘Moccagatta’, nonostante il caldo. La squadra di Marcolini ci prova, ma non prende mai la porta. Quella di Sottili, ‘gasata’ dal gol, non sbaglia nulla e reclama al 34′: contrasto dubbio in area grigia fra Piccolo e Jefferson, il brasiliano resta giù ma il gioco continua. Per la Rai, in diretta, sarebbe “rigore netto”.
Il 1° tempo se ne va senza sussulti e la gente ha paura di non vincere nemmeno stavolta.

Nella ripresa l’Alessandria sembra un po’ più viva, sempre aggrappata a tre uomini come nel primo tempo: Nicco, Gazzi e Marconi. Ma è la Viterbese a creare due pericoli nei primi minuti. Poi crescono i grigi e la gente tifa. Tutti vogliono questa coppa. Al 53′ Nicco sfonda centralmente e tira, ma Iannarilli si supera. La svolta arriva al 58′: cross basso di Nicco da destra, tocco di mano di Sini e rigore. Proteste gialloblù, arbitro irremovibile. Va Marconi dal dischetto e spara centrale: gol! Batman c’è, 1-1.
La Viterbese va in confusione, l’Alessandria vola. Al 61′ punizione di Gonzalez da sinistra, testa di Nicco che rimette in mezzo, rovesciata di Marconi e gol m-e-r-a-v-i-g-l-i-o-s-o! Batman è tornato, 2-1. Tutto al volo, la palla non ha toccato terra.
Alessandrini in tripudio, la coppa è vicina, per perderla bisogna prendere due gol. I laziali ci provano ancora e sono pericolosi al 68′, poi al 76′ Gonzalez scarica il sinistro da fuori, ma Iannarilli blocca. Al minuto 81′ l’Alessandria chiude il conto: cross di Sestu da destra, Nicco al volo la tocca per Marconi, stop di petto e mezza girata in porta: bellissimo! Batman in trionfo, 3-1. E si porta a casa il pallone. Il ‘Mocca’ impazzisce e gode.
Tutti pensano “non ci prendono più!” come disse Pertini a Madrid 1982. Ed è così.
C’è ancora tempo per un gol annullato a Celiento al 90′, ma sono dettagli.

LA POLEMICA – Garbata quella del tecnico Sottili, irruente e aggressiva quella di patron Camilli, che si sente defraudato e alla fine dice molte cose all’arbitro Volpi e al presidente federale Gravina a margine della premiazione. Argomento: tre episodi arbitrali. Su quello dell’andata, fallo di Piccolo su Bismarck, ci sono pochi dubbi, ma fa gioco lamentarsi. In questa gara, invece, i dubbi sono forti sul fallo di Piccolo su Jefferson e sarebbe stato il rigore del possibile 2-0. E poi il fallo di mano sul rigore dei grigi poteva, secondo i viterbesi, non essere sanzionato. La gara è girata lì. Ma è poca cosa. L’Alessandria ha vinto meritatamente, nelle due partite il risultato complessivo è 4-1, ‘Batman’ Marconi, autore dei quattro gol mandrogni, è l’eroe. C’è poco da dire.

IL FUTURO – Oltre alla vittoria del trofeo, questo risultato, il 26° utile consecutivo per la squadra di Marcolini, regala un terzo posto virtuale in classifica, facendo saltare ai grigi i primi due turni di playoff. E quello sarà un altro mini-campionato. Quindi si può riposare e programmare il lavoro con calma e serenità, dando spazio, nelle ultime due gare di campionato, agli ‘under’, aumentando il loro minutaggio che poi si monetizza.

 

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.