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archeoAcqui Terme è famosa per la sua acqua sulfurea, ma anche per la sua archeologia. La città termale è ricca di storia romana in ogni luogo. Tra le rovine più antiche scoperte della città ritrovata, la piazza del Foro della romana Aquae Statiellae, riportata alla luce duranti gli scavi compiuti nell’area dell’ex ristorante “Bue Rosso” in corso Cavour.

E’ stato individuato un vasto settore della piazza, pavimentata con grandi lastre di calcare, non lontano dall’antica chiesa dell’Addolorata, già luogo in passato di numerosi rinvenimenti archeologici. Dopo alcuni anni, la scoperta ha anche permesso di chiarire meglio la natura di un grande edificio romano individuato negli anni ’80 nella vicina via Aureliano Galeazzo, probabilmente interpretabile come un tempio, direttamente collegato al Foro.

Una nuova scoperta che il Comune desidera rendere visibile a cittadini e turisti con un ulteriore riqualificazione pubblica.

A tal riguardo l’istituto internazionale degli studi liguri ha organizzato in città, tra giugno e luglio, una serie d’incontri curati dalla sezione Staliella dal titolo “archeologia nel Monferrato”. I dintorni della città termale sono attraversati da reperti altrettanto importanti tra cui “il villaro di Ticineto: dalla villa tardoantica all’abitato e alla chiesa altomedioevale”. Nelle campagne dei territori dell’occidente romano era uso ampliare preesistenti abitazioni, risalenti all’epoca tardo repubblicana o imperiale. Altra bellezza presente nell’acquese è la strada consolare romane: la via Aemilia Scauri. Venerdì 8 luglio a palazzo Robellini, alle ore 21, Alessandro Quercia, soprintendenza Piemonte, e Melania Semeraro, archeologa, illustreranno i recenti ritrovamenti a Strevi, di un “insediamento rurale di età romana lungo la via Aemilia Scauri”.

Giancarlo Perazzi

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