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Sophia Loren, al secolo Sofia Scicolone, nasce a Roma il 20 settembre 1934, ma trascorre l’infanzia e la prima giovinezza a Pozzuoli, vicino Napoli, paese d’origine di sua madre Romilda, che proietta sulla figlia il sogno mai realizzato di sfondare nel mondo del cinema (da ragazza ha vinto un concorso della Metro Goldwin Mayer come sosia di Greta Garbo). Con lo pseudonimo di Sofia Lazzaro partecipa a diversi concorsi di bellezza, a fotoromanzi e film, con piccoli ruoli, finché sul set di “Africa sotto i mari”, nel 1952, viene notata da Carlo Ponti, suo futuro marito, e scritturata per sette anni dalla sua casa di produzione.

A questo punto il cambio di nome è d’obbligo, e Sophia mutua il suo cognome, con una piccola modifica, da quello dell’attrice svedese Marta Toren. La fisicità prorompente e mediterranea (che le vale, con la collega Gina Lollobrigida e poche altre, l’appellativo di “maggiorata”) la conduce naturalmente verso i ruoli da popolana verace, come in “Carosello napoletano” (1953) di Ettore Giannini, “L’oro di Napoli” (1954) di Vittorio De Sica e “La bella mugnaia” (1955) di Mario Camerini. Con De Sica e poi con Marcello Mastroianni istituisce un vero e proprio sodalizio, sul piano artistico e umano: vince un Oscar diretta dal primo nel 1961, per il ruolo di Cesira ne “La ciociara” (inizialmente offerto ad Anna Magnani); con il secondo duetta in numerosi film, due esempi luminosi tra tutti “Ieri, oggi, domani, 1963, sempre per la regia di De Sica, e “Una giornata particolare”, 1977, di Ettore Scola.

A partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta per Sophia si schiudono le porte del dorato e fatuo mondo hollywoodiano: una scalata al successo internazionale cui la diva napoletana si prepara con diligenza e meticolosità, imparando alla perfezione l’inglese. Nel corso della sua lunga carriera la Loren ha l’occasione di recitare al fianco di star come Cary Grant (che la chiede in sposa, sentendosi rispondere dalla prescelta che preferisce “sposare un italiano”), Marlon Brando, William Holden e Clark Gable, e di essere diretta da registi di fama mondiale come Sidney Lumet, George Cukor, Michael Curtiz, Anthony Mann, Charles Chaplin. Nel 1958 vince la Coppa Volpi a Venezia come miglior attrice per il film “Orchidea nera” di Martin Ritt, a fianco di Anthony Quinn.

Nel 1966, dopo infinite traversie, Sophia diventa la signora Ponti: nel dicembre del 1968 nasce il primo figlio Carlo, oggi direttore d’orchestra, mentre nel 1973 arriva Edoardo, che si dedicherà alla regia. Nel 1998, al Festival del Cinema di Venezia, la Loren riceve il Leone d’Oro alla carriera, che non riesce a ritirare personalmente a causa di un malore. Negli ultimi anni la diva si è ritirata a vita privata, tra la Svizzera e l’America, dove vivono i suoi figli e i quattro nipoti.
C’è una fonte della giovinezza, ama ripetere Sophia: è nella tua mente, nei tuoi talenti, nella creatività che porti nella vita. Quando impari ad attingere a questa sorgente, avrai davvero sconfitto l’età.

Barbara Rossi

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