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Buongiorno lettori,

innanzitutto ringrazio il direttore, per avermi dato l’opportunità di creare e curare questa nuova rubrica che tratterà in modo semi-serio il tema della genitorialità.

Sono Paola, ho 37 anni, un’anima da clown e sono la classica donna, impiegata part-time, che cerca di far conciliare i tempi di casa e lavoro. Ho due bellissimi gatti, un compagno e una casa autosporcante. Ah si, ho pure due mostri  figli di 9 e 5 anni.

Che dire, sembrerebbe che questo sia il periodo più sbagliato per riprodursi, in un’epoca in cui i bambini non possono fare i  bambini, al grido dell’autonomia fin dai primi di giorni di vita, e in cui i genitori si credono di essere i loro stessi figli, ma le leggi della natura sono inderogabili e l’istinto di conservazione della specie prevale per cui, nonostante tutto, ogni giorno nascono tante mamme, di cui ho individuato alcune categorie:

  • la mammansia: tutte abbiamo una mamma ansiosa dentro di noi, ma alcune (molte) cercano di mettere a tacere quella vocina tremolante che vede il pericolo in ogni anfratto, invece altre proprio non ce la fanno. Si riconoscono perchè sono specializzate nel premasticamento dei cibi, nel pressing a uomo, nell’improvvisarsi vigile urbano ad ogni incrocio, non importa se si tratta del crocevia bagno/corridoio/salotto, loro devono vigilare il corretto attraversamento, sia mai che il coniglio nano tamponi il figlioletto, ma il vero tratto distintivo è la borsa. Si trascinano dietro un bagaglio, che fa scattare il sovrapprezzo persino in metropolitana, contenente fazzoletti anallergici in quantità sufficiente a un’intera scuola materna per un anno scolastico, cerotti di vari formati e con fantasie per lui, per lei e unisex, disinfettante, guanti sterili (sia mai che si debba operare qualcuno all’improvviso..), repellente per zanzare, anche a 1500 metri di quota a gennaio, acqua che disseterebbe una carovana di beduini per un mese, biscotti, crakers, 600 cambi, giochi, libri, auto, fogli di giornale…le incontri e chiedi loro: “Ciao, traslochi?” e ti rispondono: “No, vado un’ora al parco”.
  • La sostituta d’imposta (nonché avvocato): è la tipica mamma che si sostituisce al figlio in tutto e per tutto e ne prende le difese ad ogni costo, non importa se sia un terrorista internazionale espatriato per motivi di sicurezza. E’ quella che nella famigerata chat di classe parla al plurale, perchè pare che sui banchi di scuola ci sia lei e non il figlio, e che ha come unica missione nella vita quella di spianare la strada al rampollo. Che poi, per carità, per tradizione siamo un po’ tutte mamme chiocce e nessuna augura il male ai propri pargoli, ma un conto è provare ad indirizzare per una certa via, un altro portarseli a spalle per tutta la via. Ovviamente queste mamme vedono perfetti i loro piccoli dispotici tiranni, del resto chi parlerebbe male di se stesso?
  • La fit-mamma: spopola la mania del fitness e questa tendenza non ha risparmiato nemmeno le mamme. Si presentano fuori da scuola con improbabili completini fluo aspettando il suono della campanella correndo sul posto, altrimenti il cardio-braccialetto-CapitanoHartamm inizia a suonare che manco un detonatore innescato, saltellano via non appena i bambini entrano nell’edificio scolastico e le rivedi all’uscita da scuola, vestite da persone normali che si mescolerebbero nella folla, se non fosse per i pomini alla Heidi e il fiatone alla Darth Vader.
  • La biomamma: strettamente, ma non necessariamente, collegata alla categoria precedente troviamo quella delle mamme biologiche. Si nutrono di ali di farfalla e polvere di drago, la loro più grande trasgressione alimentare è il cracker cartonato ,bevono acqua distillata che manco un ferro da stiro Polti, usano creme provenienti dal centro della terra che odorano di stalla, fanno la spesa in supermercati (bio ovviamente) che per listino prezzi avrebbero tutto il diritto di stare in Via Montenapoleone a Milano e dove, se ti arrischi a fare una spesa settimanale, non ti bastano un rene e un primogenito per saldare il conto e sono celebri per la preparazione di manicaretti senza glutine, senza burro, senza olio, senza grassi, senza gusto.

 

  • La mamma-nonna: non crediate che ci siano vincoli d’età per appartenere a questa schiera (anche se in effetti le più attempate hanno maggiori probabilità di rientrare nella categoria), l’unico requisito necessario è avere la “Sindrome della Nonna”, cioè quella malattia che colpisce le nonne appunto, ma talvolta anche le puerpere, e che porta rimbambimento perenne dalla vista del bambino fino a dipartita. I soggetti affetti da tale sindrome vedono nella creatura da loro generata un fagottino indifeso in balia degli eventi, non importa se il fagottino ha 20 anni e vive fuori casa. Sono quelle che soffiano sul cibo per raffreddarlo anche ai maggiorenni, che allacciano scarpe taglia 38, che scortano negli spogliatoi imbarazzando ragazzini nel pieno della pubertà, che accompagnano ai colloqui di lavoro, che fanno ciao con la mano e il cuore straziato quando li vedono andare via, dal primo giorno di nido al primo giorno di lavoro, perchè la patologia è crudele e non fa accettare la crescita dei figli, forse per non dover fare i conti con la propria vecchiaia che incalza.
  • La mamma asociale: la mamma asociale la riconosci subito, lei è diversa e la maggior parte delle volte va fiera della sua diversità. La vedi davanti a scuola e ti chiedi cosa ci faccia lì, se c’è un crocchio di persone che chiacchiera amabilmente in attesa che i figli escano sicuramente non parteciperà alla conversazione, tantomeno al crocchio, se ne starà in disparte, possibilmente con le cuffie nelle orecchie per scongiurare tentavi di approccio da parte di altri genitori o nonni, sia pure per parlare semplicemente del meteo. Credo che vengano anche considerate dei casi umani perchè inspiegabilmente le altre mamme cercano di avvicinarle e, in un lungo periodo di tempo, riescono ad “addomesticarle” e a farsele amiche. La cosa ancor più strabiliante è che alle mamme asociali, in fondo in fondo, non dispiace affatto.

Questa è la tipologia di mamma a cui credo di appartenere maggiormente.

  • La posh-mamma: questa la riconosci perchè è bella, è fashion, è sempre ben sistemata, ha 2 metri di gambe, non cammina, lei sfila, deve aver fatto una sorta di patto col diavolo per avere dei capelli che sembrano seta e non conoscere il crespo, ha sempre l’accessorio giusto e genera da subito una profonda antipatia per un fatto lapalissiano: alle 8 di mattina, dopo essersi svegliata alla tua stessa ora e aver portato a scuola lo stesso numero di figli, lei sembra sempre Barbie appena uscita dalla Spa, tu nelle giornate migliori sembri Chucky, la bambola assassina, dopo una notte difficile.

Ci sono tanti modi di essere e di fare la mamma, ci sono giorni in cui ti credi Wonder Woman e altri in cui ti senti una nullità, ci sono giorni in cui credi di prevalere sulla tua mania del controllo e altri in cui ne sei completamente schiacciata, ci sono giorni in cui credi di aver fatto un buon lavoro e altri in cui vorresti tornare indietro nel tempo per aggiustare situazioni e cuori, ma per tutte noi mamme la certezza è una: qualunque cosa facciamo, in qualunque modo la facciamo, spinte da qualsivoglia nobile intenzione, sicuramente sbaglieremo, per cui cerchiamo di essere solidali ed empatiche tra noi e ogni tanto facciamocela una bella risata!

Paola Vitale Cesa

 

 

 

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"