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André Bazin, il celebre critico cinematografico francese e teorico della Nouvelle Vague, sosteneva che il genere western rappresentasse “il cinema americano per eccellenza”.
Dai lontanissimi esordi (L’assalto al treno di Edwin S. Porter, nel 1903) sino alle ultime prove crepuscolari di Sam Peckinpah (Sfida nell’Alta Sierra, 1961) e John Ford (L’uomo che uccise Liberty Valance, 1962), il western ha coinvolto e appassionato – con le sue storie di pistoleri intrepidi, sceriffi coraggiosi, eroine impavide ma spesso in pericolo – generazioni di spettatori.
Tra questi anche Francangelo Scapolla, esperto di cinema e presidente della casa editrice genovese Le Mani, che ricorda con affetto e passione l’abituale frequentazione del grande schermo, da adolescente degli anni Cinquanta, per respirare l’atmosfera avventurosa della Frontiera americana così come veniva narrata dai grandi maestri del genere.
Da Cecil B. De Mille a Howard Hawks e Sergio Leone, da John Wayne a Gary Cooper, Kirk Douglas, Burt Lancaster e a tutta la vasta schiera di attori che prestarono fisico e volto ai “westerners” protagonisti della oramai leggendaria conquista dei territori dell’Ovest americano, Scapolla costruisce una lettura agile e godibile non solo per gli appassionati, ma anche per chi desidera saperne di più su di un genere che è entrato da subito a buon diritto nella storia della cinematografia mondiale.
Non mancano, nel libro, neppure le analisi dettagliate delle ultime opere rientranti nell’epica del western, come The Revenant di Alejandro González Iñárritu (2015) e The Hateful Eight di Quentin Tarantino (2016).

Barbara Rossi

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