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Il nuovo Vescovo, Monsignor Vittorio Francesco Viola, proviene da Assisi

“La mia priorità è conoscere la mia Chiesa, le persone, la realtà”

La Diocesi di Tortona, lo scorso 14 dicembre, ha accolto il nuovo Vescovo, Monsignor Vittorio Francesco Viola dopo che egli aveva ricevuto l’ordinazione episcopale una settimana prima nella Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. Qui Padre Vittorio si trovava dal 1991 dopo essere entrato nell’Ordine dei Frati Minori. Le sue responsabilità sono cresciute nel corso degli anni assieme al suo impegno nell’insegnamento e alle sue opere, alcune delle quali dedicate alla Porziuncola di Assisi. Questo soldato di Dio chiamato alla vocazione religiosa in giovane età si è formato alla “scuola” francescana (adottando anche il nome del Santo) e il suo spirito è infatti improntato alla fraternità alla carità e all’accoglienza che sono temi di forte attualità per la società civile in grande mutamento. Cerchiamo di conoscere meglio la guida che Papa Francesco ha voluto dare ai circa 275.000 battezzati del territorio nonchè alle 144 parrocchie di sua competenza. “Lei- gli domandiamo- ha vissuto l’adolescenza in oratorio. Come è arrivata la vocazione?”. “Per me è stata la maturazione di un percorso- esordisce- iniziato in una piccola parrocchia nella diocesi di Biella (dove Padre Viola è nato nel 1965 n.d.r.). Nel mio cammino ho incontrato i frati di Assisi ed anche la proposta della vita religiosa che rientrava nell’esperienza di conoscenza del Signore che, grazie alla mia famiglia ed alla mia parrocchia, il Signore mi ha permesso di fare”. L’incontro con la comunità dei frati è stato decisivo per far maturare la chiamata di Dio e la conseguente scelta della vita religiosa alla quale si è consegnato interamente abbandonando gli intrapresi studi di medicina. La nomina di Papa Francesco il 15 ottobre lo ha portato a sostituire il Vescovo Martino Canessa ritiratosi per limiti d’età. Gli chiediamo quale sia stato l’impatto con la città e se ha già individuato delle priorità che urgono nella sua agenda.  “Io mi pongo nei confronti di Tortona con cuore aperto. Ma devo dire che ho sperimentato come Tortona stessa si sia posta con il cuore aperto, accogliente. Questo desiderio di proseguire un cammino che una Chiesa antica come la nostra ha portato sempre avanti, questo entusiasmo, mi conforta e mi fa sentire a casa. Per me una delle priorità è di conoscere la mia Chiesa, incontrando le persone, il presbiterio e tutte le realtà. Il territorio è vasto e complesso, ma il primo dovere di un pastore è quello di ascoltare, per poter insieme prendere una direzione. Ed è ciò che sto facendo in questi giorni e mi arricchisce, poiché trovo disponibilità e dedizione da parte di tutti”. Padre Viola, uomo sportivo e grande appassionato di ciclismo (“È una passione giovanile che ora forse posso assecondare poco per motivi di tempo e di età. La dimensione dello sport, comunque, è importante, e rappresenta anche per i giovani una palestra formativa ovvero lo stare insieme, il fare squadra,l’ impegnarsi e lavorare per uno scopo sono tutti elementi importanti nella crescita umana”), porta il nome del poverello d’Assisi. Gli chiediamo quindi cosa si porta dentro della sua esperienza precedente: “Di Assisi – ci dice – mi rimane tutto; la mia formazione è stata l’esperienza di Assisi. Il riferimento a Francesco e Chiara per me è essenziale, così come il loro insegnamento di seguire Gesù Cristo dal quale deriva tutto. Purtroppo ci vengono contrabbandate immagini di Francesco che non colgono nella sua relazione con Gesù Cristo ciò che è il suo dato essenziale, mentre non c’è gesto e parola che non abbia sempre e solo riferimento a Cristo. Il tema della fraternità è essenziale: se ne cogliessimo la forza, e ne tirassimo le conseguenze nel come usiamo le cose, i beni, nel come organizziamo i gruppi sociali, la famiglia e le nostre comunità, chiaramente con questo nucleo evangelico costruiremmo un mondo nuovo, diverso. È di questo Francesco che il mondo ha bisogno. Di questo Francesco che ci insegna la fraternità, ma anche la carità che non è elemosina; di questa intenzione ai poveri che non è ideologica ma è riconoscere Cristo presente nei poveri, imparando da loro un modo di stare dinnanzi a Dio. Francesco vive una profonda umanità, ed anche per questo è sempre attuale: è un uomo vero a motivo della sua esperienza di conoscenza di Gesù Cristo”. Le parole ispirate di Padre Viola, vescovo del mondo moderno, affacciato al futuro (è l’ordinario diocesano italiano più giovane) ma solidamente ancorato agli insegnamenti dei Padri della Chiesa, sono un messaggio di speranza e solidarietà per il territorio di Tortona che con la crisi, ma anche la realtà dell’immigrazione non sempre facile, il disorientamento della gioventù, senza dimenticare il dramma dell’alluvione che ha colpito molti comuni della zona lo scorso ottobre, ha bisogno di risollevarsi nello spirito che fu dei tanti vescovi (molti martirizzati) dei secoli passati.

Sagida Syed

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